In occasione dell’apertura del nuovo percorso espositivo l’Archivio dal vivo, lo CSAC – Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma presenta il terzo e ultimo appuntamento del programma di residenze d’artista Through time: integrità e trasformazione dell’opera, realizzato nell’ambito di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21, che vede protagonista l’artista Eva Marisaldi.
L’Archivio-Museo CSAC, ubicato all’interno dell’imponente e suggestiva Abbazia di Valserena, conserva oltre 12 milioni di pezzi suddivisi in cinque sezioni (Arte, Fotografia, Media, Progetto e Spettacolo). Dopo Massimo Bartolini e Luca Vitone, a confrontarsi con questo immenso patrimonio è Eva Marisaldi, che per l’occasione ha ideato Secondi tempi, un progetto espositivo ed editoriale a cura di Marco Scotti e Francesca Zanella in cui l’artista costruisce una narrazione inedita in dialogo con le collezioni CSAC, a partire dal proprio archivio personale.
La ricerca artistica di Eva Marisaldi si articola frequentemente attraverso processi aperti e partecipati, e l’utilizzo di linguaggi e supporti differenti, per arrivare ad affrontare diverse e molteplici prospettive laterali e alternative al quotidiano. Il titolo di questo progetto deriva da un disegno di Paul Klee, esposto all’interno della mostra Klee fino al Bauhaus, organizzata nel 1972 da Arturo Carlo Quintavalle all’interno di quello che allora si chiamava Istituto di Storia dell’Arte e che poco dopo avrebbe dato origine allo CSAC dell’Università di Parma. Il termine “secondi tempi” rimanda però anche alla successione temporale di uno spettacolo teatrale o cinematografico, indicando un’azione che si sviluppa nel tempo.
All’artista è stato chiesto di confrontarsi con gli spazi dell’archivio, presentati nella loro nuova configurazione l’Archivio dal vivo progettata dallo Studio Terragni Architetti e da Daniele Ledda xycomm, a partire dall’idea di archivio animato teorizzata da Jeffrey Schnapp. Marisaldi ha tracciato un percorso che si snoda tra cassettiere e scaffali, costituito da opere realizzate per l’occasione e da pezzi prelevati dalle collezioni CSAC. Attraverso la disseminazione di oltre sessanta stampe su alluminio che riproducono frammenti della propria raccolta personale, costituita da immagini e frasi tratte dai giornali e trascrizioni di libri, l’intervento dell’artista intende attivare nuove connessioni e sinergie con l’archivio CSAC. Il percorso di Secondi Tempi comprende anche il video inedito Linee, realizzato in collaborazione con Enrico Serotti, ispirato e allestito in un dialogo ideale con l’opera Scultura n. 25 (1935) di Fausto Melotti, anch’essa conservata allo CSAC. Eva Marisaldi ha infine prelevato alcuni lavori e progetti dalle collezioni del centro universitario – gli scatti di Tito e Sandro Spini che ritraggono alcuni esempi di vernacular architecture Dogon e il progetto di un abito nazionale Arabo Islamico disegnato da Archizoom Associati per un concorso indetto dal Consiglio dei Ministri della Repubblica Araba Libica – andando a realizzare un focus specifico sui fondi CSAC dedicati all’Africa, tema di forte interesse nella ricerca dell’artista a seguito della sua esperienza di viaggio in Madagascar nel 2004.
Scritto da LR