Ad could not be loaded.

mer 02.02 2022 – dom 13.03 2022

Riccardo Previdi: andrà tutto bene

Dove

Francesca Minini
Via Massimiano 25, 20134 Milano

Quando

mercoledì 02 febbraio 2022 – domenica 13 marzo 2022

Quanto

free

Contatti

02 26924671

Sito web

Camminando per le città e alzando lo sguardo, ogni tanto ancora si scovano teli consumati con la scritta “andrà tutto bene”. Dei moniti superstiti di quel periodo del lockdown che ancora è latente. L’effetto sull’osservatore ormai è quello di un sorriso sarcastico, un po’ cinico. “andrà tutto bene” già sembrava un messaggio un po’ naïve un anno e mezzo fa, quando famiglie con bambini e nonni restituivano queste parole dai balconi di casa. È rimasto superstite. E magari Nonna Angela, quando Riccardo Previdi le ha chiesto di scrivere quella frase con la sua grafia da utilizzare come benvenuto e titolo della sua personale da Francesca Minini, un sorriso lo aveva. Nonna Angela di evoluzioni e cambiamenti storico-sociali-umani ne avrà vissuti parecchi. Chissà cosa ha pensato in questi anni? Se entrasse in galleria sorriderebbe, immaginando che c’è sempre una via di fuga. Che con un’intelligente ironia si può passare in un percorso rendendolo grazioso, sereno, vivo. Nella prima sala della galleria, Previdi crea infatti un passaggio dall’impatto teatrale, da osservare da lontano: otto contenitori in ceramica, posati su dei plinti tutti diversi tra loro per colore e materiale, tracciano un cammino piacevole, forse per via dei toni accesi della ceramica e degli elementi plastici diversissimi che sbucano verso l’esterno. Questi vasi colorati racchiudono delle urne. Alcune sono riconoscibili da lontano, altre solo addentrando lo sguardo verso il loro interno. Sono urne che Riccardo Previdi ha realizzato con una stampante 3D creata appositamente per lavorare l’argilla, in dialogo e collaborazione con l’azienda italiana Wasp.

Andrà tutto bene, installation View.

Previdi è ricercatore e sperimentatore anche in questo corpo di lavoro: l’attitudine dell’artista di toccare diverse tipologie di materiali e concepire varie possibilità che questi possono soddisfare, è spesso stata affiancata da professionisti di altri settori, da artigiani grazie a cui il confronto ha dato frutti nuovi, mai scontati. Come nel caso dei contenitori qui in ceramica che, uniti al racconto autobiografico dell’artista, hanno molteplici significati, da ponderare tra richiami storici – si può arrivare a pensare addirittura ai vasi canopi degli antichi egizi -, o alle sculture, ormai iconiche nel lavoro di Previdi, legate a una cultura più pop come i Maneki Neko, gli iconici gatti giapponesi della fortuna che salutano costantemente con la zampa che si muove in su e in giù. Quelli che danno anche il benvenuto nei ristoranti cinesi qui a Milano. Nella seconda stanza della galleria, dove si è obbligati ad abbassare la testa per entrare a sbirciare e osservare, Previdi crea due livelli di lettura attraverso delle grandi sculture dei “gatti”, che si muovono simultaneamente come in una danza meccanica, in dialogo con una grande stampa, posta orizzontalmente a tagliare passaggio e sguardo, dove questi animali sono moltiplicati. Un richiamo alla mostra precedente e alla collaborazione con l’azienda Giovanardi, dove un macchinario ha reso possibile il primo grande gatto, e a un altro componente della famiglia: Franca, la figlia dell’artista artefice del secondo neon “ritratto” con la scritta “What next”. Nonna Angela chiude dunque un cerchio aperto nel 2006 con “Rendez-vous” – neon realizzato con la scrittura della moglie Christiane – contribuendo a un ulteriore passaggio estetico dal tocco anche famigliare.

Andrà tutto bene, installation View.

Le sculture in mostra infatti rimandano a diverse forme: una ricorda proprio un vaso con i fiori; un altro un ingannevole oggetto di design a cui Previdi fa assumere una valenza di matrice religiosa, confrontandolo a un san Sebastiano infilzato da elementi che qui sono ironici e colorati; o ancora, quasi nascosti, verso lo studio della galleria, due vere e proprie urne dall’aspetto buffo, elegante e piacevole, che richiamano delle zucche. Proprio da una grande zucca nasce l’idea di ricreare, scavando con la macchina 3D i diversi strati ancora visibili, queste forme. Una verdura comprata al mercato comunale di Milano, come descrive nel testo di sala Caterina Riva, proprio come faceva Nonna Angela. Lo sguardo si muove tra i vasi e sopra i loro bordi, come in un movimento che non ha mai posa, perché di fatto, qualunque cosa accada e anche se lo leggiamo un po’ con fatica, alla fine andrà tutto bene. 

Scritto da Rossella Farinotti