Un materiale innovativo alternativo alla pelle realizzato dalle pale dei fichi d’india e dalle bucce di arance, scarpe sapientemente confezionate prevalentemente dagli scarti della frutta, abiti con polvere di marmo scaturiscono dalle storie di donne imprenditrici che hanno fatto della creatività, della qualità e dell’attenzione all’ambiente un progetto innovativo unico e coraggioso.
Un incontro al Fondaco dei Tedeschi di Venezia per scoprire, insieme alla giornalista Serena Gasparoni, le storie imprenditoriali di donne e di moda che nascono dall’energia creativa e dall’imprescindibile attenzione all’ambiente. Per celebrare questo 8 marzo attraverso percorsi e idee di donne, per accendere un faro ulteriore su quanto di nuovo e innovativo vi è da raccontare e da far conoscere.
Valentina Merighi (in foto) è socia di Ohoskin la startup fondata a Catania insieme al padre, il chimico, Roberto Merighi e Adriana Santanocito. Con Ohoskin i sottoprodotti della lavorazione industriale dei fichi d’india e delle arance diventano risorse per creare un materiale innovativo brevettato, alternativo alla pelle di origine animale, il cui risultato è un prodotto paragonabile al cuoio di animali, per sensazione tattile, texture e impatto visivo.
Giuliana Borzillo, fondatrice di ID Eight insieme al marito coreano Dong Seon Leeha dato vita a delle sneaker innovative sotto il profilo dei materiali, vengono infatti utilizzati principalmente residui e scarti della frutta non commestibili che derivano dalla polimerizzazione di bucce e raspi d’uva, foglie d’ananas e scarti di mele. Inizialmente vendute tramite la piattaforma Kickstarter, oggi commercializzano un prodotto totalmente cruelty free, disponibile per ora in due modelli Hana e Duri (in coreano significano uno e due).
Alice Zantedeschi e Francesca Pievani, fondatrici di Fili Pari, supportate dal Polihub di Milano, hanno ideato Marm\More il primo tessuto al mondo con polvere di marmo. Impermeabile, antivento e resistente all’abrasione, ha colorazioni completamente naturali derivate dal tipo di pietra utilizzata ed è realizzato con i prodotti e i sottoprodotti dell’industria della pietra, in un’ottica di economia circolare. Intercettare lo scarto di un materiale nobile come il marmo e dargli una vita diversa è stata l’intuizione di queste due imprenditrici che non si sono fermate al settore moda ma hanno esteso le potenzialità del tessuto al settore arredamento e progettano prossimamente di entrare nel mercato footwear ed accessorio.
Prenotazione gratuita e obbligatoria a fondaco.culture@dfs.com
Scritto da Redazione Venezia