Ho perso il conto delle band che avrebbe avuto più senso vedere live in un momento e che invece, per ragioni geografiche e anagrafiche, mi sono ritrovato a guardare fuori tempo massimo. Tra cariatidi, dinosauri e giovani già bolliti, ci sono anche quei gruppi che sono stati in auge solo per una stagione e che hanno continuato poi a sfornare album senza aggiungere troppo a quanto già detto nel “periodo d’oro”. Per la serie: “suonano ancora i Clap Your Hands Say Yeah?” – e la risposta è sorprendentemente affermativa – anche se più che di band dovrebbe parlarsi del progetto da solista di Alec Ounsworth, unico componente originale rimasto in formazione. The Tourist, il loro quinto album, è il pretesto per tornare sul palco con brani che all’indie rock “talkingheadsiano” degli esordi contrappongono suoni e scrittura più complessa, tra r’n’b, psych funk e climax elettronici (il disco, non a caso, è stato prodotto da Dave Fridmann). Se nulla è più come molti anni fa, non facciamocela prendere male: possiamo andare comunque al BIKO a cantare The Skin Of My Yellow Country Teeth fingendo che sia ancora il 2006.
Scritto da Livio Ghilardi