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mar 24.05 2022 – mar 07.06 2022

Brutal Tenderness

Dove

Golab Agency
Via Fatebenefratelli 5, Milano

Quando

martedì 24 maggio 2022 – martedì 07 giugno 2022
H 18:00 - 21:00

“When I get to where I’m goin’, gonna have you tremblin’”
M.I.A., 2012

Cosa significa essere artist3 oggi? Ieri? Domani? Anche noi che ci stiamo scrivendo adesso ce lo chiediamo e nel processo quotidiano ne collezioniamo i segni di una costante perdita. Il mancamento muove le nostre incertezze d’essere come e cosa ancora non sappiamo. Ma cos’è Brutal Tenderness? Una mostra? Una collettiva? No.
Brutal Tenderness è quello che ancora non avete visto. È quello che vedete tutti i giorni. È un progetto di diffrazione e quindi ad onde in propagazione tra esseri umani e non, che martedì 24 maggio alle ore 20 a Milano ha detto No.
Tra opere, prosecco a fiumi e chiacchiere, un microfono a luci strobo ha iniziato ad unire in un unico bisogno le voci di 9 artist3 che hanno parlato ‘con’ le opere, per ricordare che No, le istituzioni non sono posti safe, e No nemmeno lo storico che ci ha plasmate fino ad oggi.
Consenso, dinamiche di potere che partono dalle accademie, violenze, commenti sessisti, abilisti, e razzisti, obblighi, retaggi da smontare. Questi i temi toccati nella mezzora di discorso, questi i problemi che ancora ci spingono a usare qualsiasi spazio, opportunità e contesto per individuare un possibile megafono da cui ricordare per l’ennesima volta ciò che fa fatica ad essere riconosciuto come problema. 

La sensazione che una vita di decostruzione sia l’opera che ci unisce tutte. Che il lavoro di cura, che la costante negoziazione con la realtà tocchi sempre alle classi subalterne. Che il contesto dove l’artista opera, dove ci riuniamo e amiamo, sia imprescindibile dall’arte. Non c’è arte senza una destabilizzazione di queste dinamiche interiorizzate dove gli ideali di un suprematismo alienato e alienante speculano assimilando l’arte ad una merce come altre. Il rifiuto è un primo passo, e allo stesso tempo prerogativa fondamentale per immaginare il mondo come un luogo in cui interrogarsi: arte come esplorazione di diversi modi di essere e diventare, come luogo di conflitto. Quanto questi fenomeni siano dilaganti is depressing but also it brings unprecedented alliances into being – rivendicare l’integrità della propria arte e della propria persona – partire dal proprio posizionamento per mettere in dubbio la realtà in modo cangiante, condiviso e aperto a contaminazioni.

“Siamo convinte che la solidarietà sia un atto radicale che ciò avvenga in maniera critica e che i contesti non siano immutabili, bensì una serie di scelte ponderate tra una sfera personale e una politica.”
(Viola Morini, manifesto Brutal Tenderness)

 “Partecipiamo ad un evento in cui le nostre opere non parlano solo di contrasti ma cercano di evadere da delle difficoltà che non vogliono chiudersi su se stesse, e con la loro forza cercano di sprigionarsi denunciando esclusioni ed esclusività.”
(Eva Vallania, manifesto Brutal Tenderness) 

“È per caso normale che io mi debba sentire in pericolo quando sono da sola con un uomo, nonostante il pretesto sia di tipo lavorativo?”
(Vittoria, manifesto Brutal Tenderness)

“Di fronte a tutti questi interrogativi mi voglio rispondere così: siamo costrette in vesti perverse ma siamo nate nude e di questi corpi ormai senza misteri o segreti, vogliamo il controllo che ci spetta.”
(Francesca Vanoli, manifesto Brutal Tenderness)

“Vogliamo lavorare e vogliamo farlo in un altro modo, Vogliamo un ambiente che ci rispetti e che rispetti ogni individuo al suo interno, vogliamo creare una comunità di artist3 che si supportino a vicenda, distruggere l’individualità intrinseca a questo sistema che ci rende sol3 e vulnerabil3.”
(Livia Bertacca, manifesto Brutal Tenderness)

Rompere il silenzio – rompere la solitudine – perché queste cose non succedano più. Questo l’appello, il bisogno, il momento di cura dedicato durante l’opening di Brutal Tenderness  di cui le tracce potete ancora visitare da Golab in via Fatebenefratelli 5 a Milano fino al 24/06/2022.

Scritto da Giulia Currà e Alice Minervini