Si sa, l’uovo è tra i simboli più ricorrenti nelle cosmogonie. È cosmico, è Pasqua, è nascita e rinascita, è fatto per essere depositato e covato piuttosto che per rotolare, ma soprattutto è fatto da galline. Ed eccoci al Festival dell’Uovo Cosmico, momento al termine del percorso di “Adotta una Gallina” per l’Agroforesta del Parco della Vettabbia, in via Vaiano Valle. L’idea è che per celebrare la buona riuscita di queste adozioni si liberino un po’ di buone energie, tutte convogliate nel tentativo di questa nuova specie di ruralità periurbana di riflettere su altri modelli di consumo, d’abitare e perciò di vivere. Insomma, si rompono le uova nel paniere. Si pensa addirittura a un pollaio sociale (che sia la nuova frontiera dell’orto urbano?).

Bene, il Festival in questione vi chiarirà le idee in una due giorni di musica, incontri e condivisione d’esperienze rispetto a questo modo, in fondo recente, di fare città.

Ora, tornando alle galline: sappiamo che sono animali difficili. Chi non ricorda l’ossessione e il terrore esplicito di Herzog? – riassumibile in una frase: “The enormity of their stupidity is overwhelming”.

Consigliamo perciò di non guardarle mai dritte negli occhi per sfuggire all’incubo herzoghiano, e qui sarà semplice: perché al Festival dell’Uovo Cosmico si mangia e si sta assieme all’aperto, si parla dell’organizzazione di comunità solidali e generative agro-urbane guardando a quella che Alex Langer chiamava conversione (piuttosto che transizione) ecologica, si passeggia nell’agroforesta e si fa yoga ma anche giri in bici, e ovviamente: si balla. Sfrenati come gli sciami di grilli, sotto al palco cavalcato selvaticamente da Psycophono e i Mombao, con dj set di Alex fernet & Dj Outback, e si mangiano – ovviamente – uova assieme al celebre pane di Davide Longoni, con tanto di bere e mangiare dritto dal Madama Hostel.

Per darvi tutto ciò di cui necessitate, guardate qua sotto:

PROGRAMMA