Avevamo intervistato Angelo Castucci – iniziatore di studiamatoriale – per il quartiere Centrale, nello spazio che allora si stava ancora configurando. Una composizione complicata, poiché prevedeva la convivenza tra quel binomio difficile e ricercatissimo che è vita/lavoro, cosa che per natura sua coinvolge amicizie, amori e conoscenze fulminee in progetti dall’ambizione variegatissima. Idee che nascono da una cena, da un divano o dal tavolo Algida del bar sotto casa, e che hanno come presupposto nient’altro che il piacere, il divertimento, la goduria, lo sfrigolio dello stomaco che dice alle viscere di una qualche realizzazione possibile, insomma: quella pancia che è ciò che viene prima del cervello – la sensazione –, e che attesta il valore di qualche cosa.
C’è certamente della pigrizia in tutto questo, perché ci si muovo solo quando si è in stati d’eccitazione. Una pigrizia rivendicativa che è quel “diritto all’ozio” che scriveva con gloriosa inerzia Mladen Stilinović nel suo In Praise of Laziness, che rivendicava lascivamente Duchamp nel rifiuto del lavoro, che scriveva con malavoglia rivoluzionaria Paul Lafargue – genero di Marx –, scagliandosi contro i ritmi sfiancanti di un primo operaismo che disconosceva la nozione di tempo libero. Insomma, studioamatoriale si configura idealmente come una festa a casa o un tavolo da cucina, dove ci si incontra e si cerca di far nascere progetti, percorrendo così tutte le utopie del caso e facendo del lavoro una festa.
Per il Fuorisalone, quindi, studioamatoriale debutta. Il progetto è proprio di Angelo Castucci, accompagnato da un testo valorosissimo di Francesco Tola, altra anima dello spazio. Troverete una collezione di vasi all’apparenza improvvisati con oggetti da cancelleria e una serie quadri dai toni giocosi con suggestioni infantili – proprie di quel gioco che s’avventura per tentativi e all’apparenza è tutto spogliato di finalità. Perciò: scotch e carte luccicanti, fiori e cornici, blocchi di marmo e morbidi tappetini, tutto a metà tra una cartoleria, una camera di giocattoli e uno studio di progettazione, tra un pensiero da sdraio convintamente radicalizzato e una nuvola che pare il profilo di Testori.
Per la prima uscita studioamatoriale si mostra per com’è: una produzione di design che parte dal sentimento, che sorvola convintamente sull’impulso industriale della forma-funzione e fa per il gusto di fare. Un self-enjoinment che trabocca dove capita e quindi dove è giusto che vada.
Vi salutiamo lasciandovi con un brandello delle belle parole di Francesco: «I quadri e i vasi studioamatoriale sono strutture di supporto del nostro desiderio. Ingenuo sehnsucht. Il passo breve delle cose che sembrano portarci verso la fine, la perdizione, la sfiga ma che, in realtà, ci fa allontanare di qualche centimetro dal baratro, dove si può ancora stare con la testa pigramente rivolta al cielo, a osservare le variazioni delle nuvole ascoltando canzonette».
Giusto perché dovete capire dove e con chi state andando.
Scritto da Piergiorgio Caserini