Il grande musicista e performer dialogherà con Renato Barilli, Massimo Simonini e Walter Rovere. L’ingresso libero fino a esaurimento posti.
Palestine è tra i più noti rappresentanti di una Nuova Musica che esegue in modi eterodossi pieni di un senso vivo di spettacolo e con caratteri umoristici-carnevaleschi.
“Ripartono le celebrazioni delle performances che ho condotto, col prezioso aiuto di due ollaboratori, Francesca Alinovi e Roberto Daolio, purtroppo entrambi scomparsi, a partite dal 977, fino al 1982. La prima, nell’estate del 1977, ebbe l’enorme successo della coppia Marina Abramovic & Ulay, che poi si sono separati, e dunque ho creduto che la protagonista da richiamare in scena fosse proprio Marina, nel 2011, con un enorme successo, sancito da una presenza addirittura inquietante di pubblico in S. Lucia, sede ufficiale del nostro Ateneo. In seguito, anno dopo anno, si sono susseguiti gli altri protagonisti di quei fortunati incontri, sotto il vessillo di Arte Fiera. Oggi si svolgono pur sempre, non più con contributi di Arte Fiera ma in quei giorni, nel quadro degli eventi concomitanti di ART CITY. Oggi abbiamo un protagonista della prima ora, Charlemagne Palestine (1944), che allora fu tra i primi a cimentarsi, chiedendo un pianoforte di grande qualità, ma strimpellandolo selvaggiamente. Infatti Palestine, che ora vive a Bruxelles ma non rinuncia affatto al suo inglese, è degno erede dei creatori della nuova musica, di taglio decisamente sperimentale, quali John Cage e La Monte Young. Forse tutti ricordano un loro rappresentante tra di noi, il fiorentino Giuseppe Chiari, che però tendeva a distruggere gli strumenti musicali o a sedersi accanto a loro in religioso silenzio. Palestine, all’opposto, ne ricava un rumore assordante, e si diverte a prendervi parte con diretti interventi vocali dimostrando un trascinante spirito ludico. A Bologna si presenta venerdì 3 febbraio, alle ore 20.45, al DAMSLab, sito in Piazzetta Pasolini, accanto alla Cineteca, con una performance nel segno della imprevedibilità, stimolato da domande che gli verranno porte da Massimo Simonini, Walter Rovere, e da me stesso, con l’aiuto di una interprete. Ma forse non ce ne sarà bisogno, tanta è la forza espressiva e lo spirito di coinvolgimento che emanano da questo personaggio funambolico, rappresentante della migliore storia della nuova musica sperimentale, degna del nostro tempo”. (Renato Barilli)
Scritto da LR