Gli Oneida sono una delle istituzioni più durature dell’indie rock, che da oltre un quarto di secolo calca la scena di New York, che hanno loro stessi contribuito a creare e di cui sono diventati degli imprescindibili punti di riferimento, nonostante non siano mai stati predisposti a partecipare alle macchinazioni dell’industria musicale e a sottostare alle pure logiche commerciali. Alle febbrili produzioni dei primi anni, sono seguiti periodi di assestamento e maturazione, che li hanno visti coinvolti in altri lavori, in altre band, in altre relazioni, tornando insieme di tanto in tanto per realizzare album folli per i quali la parola “psichedelico” sembra risultare fin troppo morbida.
Possiamo affermare, con particolare certezza, che ancora dopo 25 anni gli Oneida continuano a fare quello che hanno sempre fatto, e cioè esattamente quello che vogliono. Lo dimostrano agilmente con l’ultimo disco “Success“, in cui la band chiude il periodo di assenza più lungo della propria carriera, con una serie di canzoni urgenti, dirette, celebrative e sinceramente divertenti. Success infatti, comprime sette canzoni in 41 minuti, con una traccia che supera il segno a due cifre. Questa relativa brevità, non va interpretata come un abbandono della loro tipica eccentricità: in quella manciata di minuti ritroviamo frammenti di chitarra contorta che si infilano in griglie punk, mentre strati di sintetizzatori si nascondono sotto la potente batteria di Kid Millions. Gli Oneida tornano alle basi dell’essere una rock band, sostenuti in gran parte dall’esperienza e dalla finezza nell’esplorare alcune delle zone più selvagge del rock dalla fine degli anni ’90. Un viaggio un po’ amarcord, ma che può dare ancora intense emozioni.
Scritto da Simona Ventrella