In molti sicuramente ricorderanno che quello dei Big Thief è stato uno degli ultimissimi concerti annullati all’ultimo minuto prima del scoppio della pandemia, in un clima di incertezza ed incredulità generali. A distanzi di anni, quel concerto che ci era sfuggito tra le dita così come la nostra routine quotidiana di lì a poco, viene finalmente recuperato e il ritorno della band di Brooklyn in Italia suona in un certo senso come la chiusura − speriamo − definitiva di un cerchio.

Il quartetto americano capitanato dalla voce magnetica e tormentata di Adrianne Lenker (nel solco di Joni Mitchell e Kate Bush) si conferma uno dei più ispirati su piazza e con l’ultimo lavoro “Dragon New Warm Mountain I Believe In You” sembra suggerire fin dal titolo un approccio sempre più istintivo, free form e quasi mistico alla matrice indie-rock/alt-folk dei primi tre dischi. In equilibrio tra la ricerca roots dei Wilco (Jeff Tweedy è un fan) e le divagazioni più oniriche dei Dirty Projectors, questa musica è effettivamente un fiume in piena e un flusso di coscienza, anche nel debordante minutaggio. Eppure non sembra esserci una pennellata di troppo nel paesaggio sonoro affrescato da questa piccola imprevedibile orchestra, non un secondo sprecato alla fine di questa esperienza intima e al contempo universale, selvaggia quanto sacra. Il nuovo capitolo di una pastorale americana che ha un respiro classico, direi quasi antico, ma non suona affatto vecchia. Sinceramente, qualcosa di raro e prezioso. Più prosaicamente, uno dei dischi e dei concerti dell’anno. E stavolta non ce lo toglie niente e nessuno.