L’archivio, i suoi usi, le sue pratiche e le sue possibilità espressive e politiche sono state per lungo tempo l’oggetto prediletto Marco Scotini. Un lavoro decennale che ha a che fare con quel che della Storia viene detto e raccontato, o meglio: con quel che la Storia rappresenta nella grande narrazione del mondo, soprattutto Occidentale, che ha dalla sua la presunzione d’egemonia.
Dopo innumerevoli mostre che dimostrano la capacità sovversiva dell’archivio e della prassi combinatoria che da esso può nascere, da tutte le contronarrazioni, le pratiche poetiche e militanti che l’invenzione o il recupero di una memoria soppressa ma documentata può generare, con L’inarchiviabile Marco Scotini mette nero su bianco l’analisi dell’estetica dell’archivio nelle pratiche d’arte contemporanea. Dialoghi con Harun Farocki o Vyacheslav Akhunov, fino alla “differenza italiana” con Piero Gilardi o Ugo La Pietra o Marcella Campagnano, Ivan Kožarić o Mao Tongqiang. Ne emerge una prassi che si gioca in continuazione sul bilico dell’oblio e della dimenticanza, abitata dalla pulsione a rintracciare o immaginare altri orizzonti di pensiero, a setacciare senso nelle rovine della Storia, mettendo sempre in gioco quell’ambiguità della memoria e del ricordo che, nelle sue dimenticanze e nelle sue omissioni, ha sempre in sé la potenza dell’invenzione.
«Sul confine mobile e invisibile che separa l’archiviabile dall’inarchiviabile si gioca la nostra contemporanea partita (etico-politica) con la temporalità: nel tempo, contro il tempo, in favore di un tempo a venire.»
La presentazione del libro sarà una conversazione tra l’autore e alcuni degli artisti attorno ai quali si snodano le riflessioni del libro: Marcella Campagnano, Ugo La Pietra e Marcello Exposito, moderati da Massimiliano Guareschi.
Scritto da La Redazione