“Reclaim the Tech” è il nome del festival su diritti digitali e giustizia sociale che si terrà al TPO a Bologna il 5, 6 e 7 maggio. Riunirà da tutta Italia lavoratori e lavoratrici del mondo tech, attivistə che si occupano di violenza digitale e di genere e associazioni per i diritti umani per confrontarsi su: discriminazioni algoritmiche e intelligenza artificiale, violenza digitale di genere, spazi urbani e democrazia partecipativa, inquinamento ambientale, autodifesa digitale e tecnologie alternative.
Oltre 70 saranno le proposte di attività tra tavole rotonde e laboratori a partire dalla sera di venerdì 5 e durante tutto il giorno di sabato 6 maggio. La domenica 7 mattina si svolgerà la plenaria del festival, con l’obiettivo di finalizzare delle proposte politiche per rendere più equa e giusta l’economia digitale. Sono previsti durante la tre giorni anche performance, esposizioni artistiche e banchetti di case editrici specializzate in nuove tecnologie e diritti digitali.
Reclaim The Tech è promosso da esperte e attiviste come Lilia Giugni, attivista e ricercatrice dell’Università di Bristol e autrice del libro “La Rete non ci salverà”, e da numerose realtà nazionali tra cui Cyber Rights Organization, Privacy Network, Antigone, Arci Gay, Alfi, Collettivo Ippolita, Zero 81, Tech Workers Coalition, Open for Future, Chayn Italia, Tech Station.
A livello locale i co-organizzatori sono il colletivo Làbas e l’associazione femminista Period Think Tank.
“Sempre più spesso, negli ultimi anni, la nostra attenzione viene richiamata dalle notizie relative a scandali o casi esemplari di violenza e ingiustizia algoritmica perpetrate da grandi piattaforme o dall’industria del Big Tech. È diventato impossibile trascurare la natura sistemica della violenza e dell’ingiustizia digitale, sociale e di genere che caratterizza questi episodi” – dichiara Lilia Giugni, ricercatrice presso l’Università di Bristol e co-promotrice del festival – “Risulta evidente che le tecnologie non sono neutrali, come le narrative delle grandi piattaforme vorrebbero farci credere, ma riflettono le dinamiche e i valori da cui sono nate e secondo i quali vengono fatte funzionare: capitalismo, patriarcato, discriminazione e forme di violenza e sfruttamento.”
“È urgente una mobilitazione diffusa da parte della cittadinanza e delle istituzioni per far sì che le nuove tecnologie basate su sistemi di intelligenza artificiale non contribuiscano ad aumentare ancor di più le disuguaglianze sociali esistenti, in particolare quelle di genere” – dichiara Giulia Sudano, presidente di Period Think Tank, realtà co-organizzatrice del Festival – ”Senza un’attenzione alla qualità e alla tipologia dei dati utilizzati, come la mancata raccolta di dati di genere, e senza un dibattito trasparente e pubblico sulle finalità, modalità di utilizzo e governance di algoritmi e altri strumenti di apprendimento automatico, non sarà possibile costruire un’economia e un mondo digitale basato su cooperazione e giustizia sociale. Vogliamo invece costruirlo, e lo facciamo lanciando il festival Reclaim the Tech”.
Scritto da LR