Incontro in occasione della presentazione del libro di Mark Andrew LeVine, We’ll Play till We Die. Journeys across a Decade of Revolutionary Music in the Muslim World (University of California Press, 2023). Dialogano con l’autore Lucia Sorbera e Reda Zine.
Nel suo iconico Heavy Metal Islam (2008), diario di viaggio musicale attraverso otto paesi, dal Marocco al Pakistan, Mark LeVine ha portato per la prima volta all’attenzione del mondo le esperienze delle culture undeground giovanili che si erano sviluppate nei primi anni 2000s dal Nord Africa al Centrasia. In We’ll Play till We Die l’autore ritorna sui suoi passi negli anni delle rivolte arabe del 2010 e 2011, e rintraccia alcune delle voci più importanti di questa generazione per scrivere una storia autorevole dell’epoca, concludendo con un epilogo scritto a piu’ mani con altri artisti in cui si esplorano i significati ed il futuro della musica giovanile dal Nord Africa al Sud Est asiatico. We’ll Play till We Die è un’immersione nelle culture musicali contestatarie del Medio Oriente e del più ampio mondo musulmano prima, durante e dopo le ondate rivoluzionarie che a partire dal 2010 hanno scosso la regione dal Marocco al Pakistan. Questo sequel del celebre Heavy Metal Islam mostra come alcuni dei generi musicali più estremi del mondo non solo abbiano contribuito a ispirare e definire le proteste di tutta la regione, ma esemplifichino anche la bellezza e la diversità delle culture giovanili in tutto il mondo musulmano. Due anni dopo la pubblicazione di Heavy Metal Islam nel 2008, rivolte e rivoluzioni si diffusero a macchia d’olio. Tra i giovani che si organizzavano e protestavano per le strade in decine di città, da Casablanca a Karachi, c’erano proprio i musicisti e i fan sui quali LeVine aveva puntato i riflettori in quel libro. We’ll Play till We Die rivisita le storie rivoluzionarie che l’autore aveva esplorato inizialmente, condividendo quello che, da allora, è successo a questi musicisti, alla loro musica, alla loro politica e alle loro società. Il libro copre una straordinaria serie di sviluppi, non solo nelle scene metal e hip hop, ma anche l’emo a Baghdad, i mahraganat in Egitto, la techno a Beirut e altro ancora. LeVine rivela anche come gli artisti abbiano utilizzato piattaforme globali come YouTube e SoundCloud per ottenere una diffusione senza precedenti della loro musica eludendo il controllo del mercato o governativo. Prima etnografia e biografia collettiva della generazione post-2010, We’ll Play till We Die spiega e amplifica le possibilità che ha la musica come forza rivoluzionaria di ispirare cambiamento.
Mark Andrew LeVine è un musicista vincitore del premio Guggenheim che ha inciso ed è stato in tournée con artisti acclamati, tra cui Mick Jagger, Chuck D, Dr. John, gli Ozomatli, Hassan Hakmoun, Seun, Femi Kuti e altri importanti artisti mediorientali e africani. La sua registrazione per l’album Street Signs degli Ozomatli ha vinto un Grammy nel 2005. È anche professore di Storia del Medio Oriente e dell’Africa presso l’Università della California, Irvine. Tra i suoi numerosi libri ricordiamo Overthrowing Geography. Jaffa, Tel Aviv, and the Struggle for Palestine 1880-1948; E’anche coautore di Twilight of Empire e di One Land, Two States. In italiano, oltre a Rock the Casbah (2009), sono usciti La Pace Possibile. Israele/Palestina dal 1989 (EDT, 2009), e Perche’ non ci odiano. La vera storia dello scontro di civilta’ (2008).
Scritto da LR