Agnes Questionmark: l’ho incontrata la prima volta separate dalla vetrina di spazioSERRA. Era maggio e lei era vestita da sirena. La performance che stava eseguendo nella stazione di Lancetti si chiamava CHM123hTERT, che sta per una linea cellulare sviluppata dagli scienziati allo scopo di poter codificare interamente il genoma umano: tutti i codici di un singolo DNA. Mi aveva raccontato di essere diventata mitologia e leggenda per la stazione: l’avevano chiamata la sirena di Lancetti e aveva avuto il merito di avvicinare tutti i pubblici – dagli addetti al settore fino ai passanti – alle modificazioni corporee impiegate come strategie di resistenza. In quei giorni di maggio Agnes era stata una sirena, questo giovedì da STUDIO STXDYOZ la sua performance prenderà senza dubbio un’altra forma, per setacciare altre storie, tra fantascienza, fabula speculativa e pratica artistica. È un uomo o una donna? È umano o inumano? È vero o non è vero? Agnes è una miccia nel panorama artistico italiano capace di innescare – con il suo corpo e con ciò che ci costruisce attorno – i più sinceri feticismi, le idiosincrasie e i voyeurismi del Bel Paese, in un panorama artistico atrofizzato da discorsi sul genere e la sessualità che arrivano dall’estero e raramente vengono contestualizzati in loco. Stavolta, il codice criptico che fa da titolo e a cui dovremo aggrapparci è OB/GYN, un’abbreviazione anglosassone che sta per obstetrician-gynecologist e racchiude tutte quelle professioni e pratiche relative al controllo ormonale, delle nascite e delle gravidanze.
Scritto da Alessia Baranello