Per decenni, i migliori lavori di Chris Clark hanno ondeggiato tra estremi: momenti sinfonici e brutalità, rumore violento e calma ultraterrena. Col tempo, la complessità della sua costruzione sonora si è affinata, non necessariamente ingarbugliando il tutto in un esercizio di stile. I momenti atmosferici si sono fatti sempre più spazio, fino a divenire centrali nella produzione, bucando in più punti la tela techno, con risultati entusiasmanti. Penso che lo snodo sonoro sia avvenuto con “To Live And Die In Grantham”, traccia mesmerizzante da un EP del 2015, cinque minuti divisi a metà tra la violenza di un uragano e un atmosferico finale in crescendo. Qualcosa che pare concepito dagli Underworld di metà anni novanta, e corredato di uno stravagante video di accompagnamento. Proseguendo la sua personale ricerca sonora, Clark ha lavorato a un numero crescente di colonne sonore per film e TV, affinando un certo gusto per il minimalismo e la sinfonia “beatless”.
Si arriva così al 2023, e alla collaborazione con Thom Yorke, uno che del minimalismo e della poesia ne ha fatto la cifra del suo stile. L’album figlio di questa collaborazione, “Sus Dog”, è un gioiellino che prende una destinazione ancora diversa: Clark mette in primo piano la sua voce, un fragile falsetto che gioca in un sorprendente palcoscenico synth-pop. Poi, in pieno inverno, a sorpresa Chris dà alle stampe (su Decca) un “accompagnamento” a Sus Dog: Cave Dog è un album sognante, composto da due metà, una guidata dal ritmo e spoglia, e una più spaziosa, intima. E se questo è il momento più eclettico e prolifico della sua carriera, non c’è momento migliore per noi di vederlo suonare dal vivo.
Scritto da Raffaele Paria