Mi trovo spesso a pensare agli spazi indefiniti, a quelle forme di esistenza che non posso essere descritte, racchiuse in un significato unico e univoco. Zone che spesso, troppo spesso, ancora fanno paura. Come la cangiante ed eclettica ricerca di Miranda July, che siede consapevolmente sul baratro dell’informe. Perché tutto, etica e poetica, entra in una coesione estetica più potente della singola forma e che trova nella declinazione, nella traduzione, un valore intrinseco al messaggio. Follia, colore, libertà, rigore, vite e pulsioni vitali, tutto ha un modo specifico per essere espresso, niente viene forzato in una maglia rigorosa ma il modo che trovano i suoi lavori di stare al mondo, è parte del processo di significazione stesso. La mia mente si rilassa nel viverla, nel pensarla. Vedo il guizzo geniale e mai dritto dei suoi pensieri e mi fa sentire confortata nel mio essere, che non raggiunge le stesse vette ma può prefiggersele. Attraverso Miranda July vedo più lontano.
Scritto da Annika Pettini