Apre serra madre, nuovo centro di produzione culturale ideato da Kilowatt, la cooperativa che ha rigenerato e da 10 anni gestisce Le Serre dei Giardini Margherita a Bologna.
Dal 12 al 29 settembre inaugura un nuovo spazio pensato per promuovere un’immaginazione ecologica attraverso il dialogo tra arte e scienza, con l’obiettivo di costruire presenti alternativi e futuri desiderabili e accessibili.
Con un denso programma di eventi, mostre, workshop, performance e talk, e raccogliendo l’eredità di 7 anni di Resilienze Festival, serra madre dà il via a una serie di azioni condivise pensate per tracciare nuove traiettorie su temi ambientali e culturali.
Il 12 settembre alle 18:00 Tim Ingold è invitato ad aprire la prima giornata e gettare le basi del pensiero fondativo di serra madre, l’antropologo esplora attraverso il suo speech come il pensiero ecologico possa diventare strategico, allenando l’immaginazione per trasformare il nostro modo di abitare il mondo, permettendoci di vedere oltre l’immediato e di coltivare una connessione più profonda con l’ambiente che ci circonda.
Al centro della prima settimana di programmazione, visitabili dal 12 al 15 settembre anche attraverso delle visite guidate, sono le opere di Marco Barotti, Salomé Bazin e Calin Segal, protagonisti del progetto di residenze S+T+ARTS GRIN, un’iniziativa della Commissione Europea per promuovere alleanze tra arte, scienza e tecnologia. Le residenze a Bologna, curate da Kilowatt e CINECA, hanno visto le artiste e gli artisti lavorare a stretto contatto con scienziate e scienziati e con la potenza di calcolo del supercalcolatore Leonardo, per realizzare delle opere che raccontano le molteplici possibilità che il dialogo tra immaginazione e materiali può innescare a favore della transizione ecologica.
Se l’installazione FUNGI. Armonie Simbiotiche di Marco Barotti, a cura di serra madre e Rebecca Pedrazzi, esplora la “rete sociale sotterranea” dei funghi e indaga l’ecosistema globale dei funghi micorrizici, rappresentandola attraverso sculture, suoni, parole e un oracolo basato su una intelligenza artificiale, l’opera di Salomé Bazin, a cura di serra madre con Quo Artis, parte dall’intricata relazione tra attività umane ed ecosistemi marini, approfondendo attraverso dati scientifici il ruolo che gli oceani giocano nella regolazione del nostro clima e come i progressi tecnologici possano favorire un futuro simbiotico tra gli esseri umani e la vita marina. Ne risulta un lavoro installativo e performativo (live il 12,13 e 14 settembre) che vuole riconnettere il pubblico con i fenomeni naturali.
L’opera di Calin Segal, a cura di serra madre e Marco Mancuso, è un’installazione interattiva che mira a sensibilizzare sul drammatico processo di erosione delle linee costiere italiane, ponendosi sì come promemoria della fragilità dei nostri ecosistemi, ma anche come tributo alle capacità di metamorfosi della natura.
Ogni giorno chiude la programmazione una performance musicale: si inizia con il dj set Filibalou.
Scritto da LR