Il 9 ottobre 1963 quasi duemila persone persero la vita travolte da una gigantesca onda di acqua e fango provocata da un’enorme frana precipitata nel bacino idroelettrico del Vajont. Dopo poco più di 60 anni la storia del Vajont rimane tra i più gravi disastri ambientali causati dall’azione antropica.
In una modernità dove si passa senza soluzione di continuità da una catastrofe alla successiva, il progetto si occupa di esplorare i territori geografici e culturali del Vajont per investigare una domanda fondamentale: come vedere la catastrofe che si avvicina?
CALAMITA/À, in una fase iniziale durata tre anni, ha coinvolto più di cinquanta artisti e ricercatori per affrontare il tema della rappresentazione della catastrofe attraverso progetti site specific a breve termine, oltre a promuovere riflessioni su argomenti quali la trasformazione del paesaggio, lo sfruttamento delle risorse energetiche, la relazione tra uomo, natura e potere, l’emarginazione sociale delle minoranze e l’identità individuale e collettiva.
Dal 2016 in poi, il focus del progetto è diventato quello di sviluppare i lavori a lungo termine di un gruppo ristretto di autori, iniziati tra il 2013 e il 2015: Gianpaolo Arena (it, 1975); Marina Caneve (it, 1988); Céline Clanet (fr, 1977); François Deladerriere (fr, 1972); Petra Stavast (nl, 1977); Jan Stradtmann (de, 1976).
Inaugurazione: mercoledì 25 settembre 2024 ore 19.30
Incontro con gli autori e le autrici: mercoledì 25 settembre 2024 ore 18.30
Orari di apertura: fino al 13 dicembre 2024, dal mercoledì al venerdì, ore 17-19, ingresso libero
Scritto da LR