Incorporea è la mostra presentata da Claudia Amatruda al termine del suo periodo di residenza presso Parsec. Il titolo rimanda direttamente al concetto di incorporeal, ovvero ciò che esiste al di là del corpo fisico o della materia tangibile. La filosofa Elizabeth Grosz esplora questa idea definendo l’incorporeo come “gli eccessi al di là e all’interno della corporeità”, cioè quelle condizioni che non solo inquadrano, ma orientano e dirigono i processi materiali e i corpi. In questo senso la materialità è un’entità fluida, un campo di potenziale e continua trasformazione. Questo concetto si manifesta in modo tangibile nelle opere in mostra: una scultura di cera che rappresenta una stampella e un video che riprende un fiume dalle acque dall’aspetto metallico. Entrambe le opere propongono uno scambio di proprietà tra materiali e corporeità, superando il binarismo tra naturale e artificiale, organico e inorganico.
La scultura di cera trasforma un oggetto quotidiano e funzionale – solitamente freddo, metallico e simbolo di resistenza – in un’entità organica, quasi simile alla pelle. La cera, solitamente associata alla fragilità e alla caducità, suggerisce una fusione tra corpo e oggetto, essere umano e dispositivo tecnologico, richiamando la figura del cyborg descritta da Donna Haraway in Manifesto Cyborg. La stampella non è più semplicemente un’estensione artificiale del corpo umano, ma diventa essa stessa parte del corpo, evocando un’idea di corporeità ibrida in cui i confini tra organismo e tecnologia si dissolvono. Al contrario, nel video, l’acqua del fiume si presenta in forma metallica, creando una tensione tra fluido e solido. Il fiume, simbolo di vita e fluidità, si trasforma in un elemento algido, meccanico, destabilizzando le aspettative legate alla sua materialità. In questo caso, il metallo, associato alla rigidità e alla tecnologia, si appropria delle caratteristiche dell’acqua, ribaltando il nostro modo di percepire l’interazione tra elementi naturali e artificiali.
Grosz, offre quindi una chiave di lettura preziosa per comprendere il legame tra queste due opere. L’incorporeo non è un’entità separata dalla materialità, ma un “eccesso” presente all’interno della materia stessa, un potenziale di trasformazione e divenire. Nella scultura e nel video, la materialità è messa in questione: la cera diventa pelle, la pelle diventa tecnologia, l’acqua diventa metallo, e il metallo diventa flusso.
Inaugurazione 28.09.2024 ore 18.30
Orari di apertura
Domenica: 16.30 – 20
Lunedì e Martedì su appuntamento
Mercoledì – Venerdì 16.30 – 20
Apertura straordinaria: Sabato 16.30 – 22
Scritto da LR