Qualche anno fa, riemergendo dal periodo della pandemia, mia madre ci comunicò che avrebbe iniziato a tenere un orto, con alcune amiche, in un terreno su uno dei colli bolognesi. Alle nostre perplessità circa l’impegno, scrollò le spalle dicendo che tanto avrebbero seguito il non-metodo cappelli, che prevedeva lo spargimento di semi e la loro copertura con della paglia [ndr, fieno non paglia, è stata la replica che ho ricevuto al messaggio con cui cercavo complicità genitoriale]. Nient’altro. Non si doveva fare niente. Oggi ho ritrovato tutto questo in un disegno di Cosimo Vella, parte della sua personale Le città del mondo, curata da Caterina Taurelli Salimbeni in un grande spazio ex industriale a Milano. Non fare nulla, spargere semi. Mi chiedo come farlo, come portarlo nella nostra vita quotidiana, oltre a fotografarlo per una storia su instagram. Vella porta in città un panorama rurale ma non bucolico, antico e contemporaneo allo stesso tempo, dove i cardi sono vestiti di colori sgargianti per restare bianchi e morbidi, i trattori sognano rivolte mentre diffondono diserbanti e gli alberi sono piegati da un vento che soffia ancora (e cita Pierangelo Bertoli).
Scritto da Irene Caravita