Torna l’appuntamento con Milano Music Week per la sua ottava edizione. Celebrando la musica come espressione artistica universale che non smette mai di accompagnarci, dal 18 al 24 novembre la
musica colorerà la città propagandosi dal cuore di Milano verso tutti i quartieri, creando nuove connessioni e
trasformando la realtà urbana in un’esperienza condivisa.
Se anche tu soffri di FOMO nello scorrere le line-up dei grandi festival, con l’ansia che sale mano a mano che procedi nell’eterno scrollare di nomi, band, dj, cose, almeno nel caso di questa Milan Music Week 24 il lavoro sporco l’ho già fatto io. Ben trecento eventi sono in programma dal 18 al 24 novembre, per i quali la curatela è stata affidata a Nur Al Habash per il terzo anno consecutivo, coadiuvata a questo giro da un volto (e voce) conosciuto: Venerus. La città, come ogni week che si rispetti, mette a disposizione numerosi ambiti dove fruire degli appuntamenti in calendario, da Triennale ai dazi dell’Arco della Pace, dalla Casa degli Artisti a 21houseofstories nelle sedi sui Navigli e in Città Studi, e pazienza se gli spazi istituzionali veri e propri per la musica certo non abbondano.
Che fare dunque, dove andare? Partiamo dalla lirica-elettronica di Lorenzo Senni all’Auditorium San Fedele, data in collaborazione con Linecheck (il music meeting che torna negli spazi di BASE). La grande energia da big band jazz dei Fat Freddy’s Drop in concerto all’Alcatraz. E poi una raffica di talk con ospiti a ampio raggio: si va da quelli più istituzionali à la Carlo Conti a quelli boh! con Nitro, e già sognerei di vederli sullo stesso palco, ma non credo succederà, la security RAI interverrebbe prontamente. Ci sono poi i party al Dazio di Levante, con Jolly Mare, Venerus, Ciao Discoteca Italiana, la serata Nero Editions x BaseCamp Altrove, nell’atelier della Fabbrica del Vapore. Mettiamoci anche la presentazione, in Triennale, del nuovo album di inediti di Mina, per non scontentare nessuno. Ci dispiace che la periferia della città manchi dalla mappa delle venue, e che solo pochi promoter e artisti milanesi siano inclusi nel cartellone, ma prendiamo quel che c’è. Che Music Week sia.
Scritto da Raffaele Paria