Si parla di storia. Si parla di lotta politica e di militanza culturale. Termini che, detti oggi, sono quasi appannaggio, per l’appunto, della storia – almeno quella nostrana. Andiamo al sodo con una domanda: dove la trovate oggi a Milano una casa editrice che si occupi soltanto di controcultura, e di quella si sia sempre occupata? Ne abbiamo in mente qualcuna, in verità, ma con la Shake siamo davvero in un altro campionato. Nata ufficialmente alla fine degli anni Ottanta come cooperativa editoriale, è stata in pratica l’avanguardia del cyberpunk e delle sottoculture a Milano: a loro (che sono le figure leggendarie del Raf Valvola e del “Gomma” Ermanno Guarneri) si deve la pubblicazione in Italia dei William Gibson, del Burroughs, di James G. Ballard e di Timothy Leart, di Bruce Sterling – che poi si fermò in Italia – fino a John Shirley e, ciliegina sulla torta: Hakim Bey, che portarono in presenza al COX18. La storia si fa ancora più rilevante sapendo dei bandoli che legavano la Shake e la Calusca, la libreria di Primo Moroni (che dal 1988 si spostò al COX18, dove tutt’ora è, assieme all’inestimabile archivio), figura pivotale della controcultura milanese tra anni Settanta e Novanta. Per dirne una su tutte: è dalla Shake che nasce Decoder, la rivista par exellance di controcultura che fece del cyberpunk un movimento antagonista e politico a partire dalle iperstizioni che la letteratura anglosassone metteva in essere. Per dirne un’altra legata a questa: fu proprio il gruppo della Shake e di Decoder che organizzò delle primissime reti telematiche amatoriali, ben prima dell’arrivo di Internet, per avere spazi in totale libertà (non possiamo che ricordare quel momento stupendo e seminale di Topolino Hackerino e l’Uomo d’Acciaio).
Si parla di storia, e come ben si sa la storia non termina mai. Ci sono echi e prosecuzioni, e la Shake ha seguitato a pubblicare libri per quarant’anni, di nuovo, inestimabili – com’è la prima traduzione integrale dei saggi sulla composizione di Stockhausen (sì, avete capito bene) oppure la pubblicazione dell’antologia sulla storia dell’hashish curata da Hakim Bey (in questo momento storico nostrano di spiccato rilievo) – e, dopo tanti anni, apre uno spazio tutto suo in via Francesco Ingegnoli 13 (Lambrate): spazio redazionale ma soprattutto libreria. Vale a dire che ci saranno eventi, seminari e conferenze, certamente di stampo anarchico e militante e sì, sì, sì: ne abbiamo bisogno, amici.
Scritto da Giacomo Prudenzio