Future Pidgin chiude la rassegna con una puntata speciale, una joint venture insieme all’incubatrice appena nata di musica per MC, Sonic Yolk, portando in Italia per la prima volta il re indiscusso del pidgin rap: dal regno unito ma di origini nigeriane, Magugu aka Black Rambo, MC tra bass, grime e qualsiasi influenza di genere appartenente allo spettro del low-end.
C’è stato un momento – abbastanza improbabile – in cui pareva che il grime stesse riuscendo a innestarsi nel circuito mainstream. Al centro di questa parentesi uno Skepta “sex symbol”, spalleggiato da un altrettanto improbabile Drake, al tempo innamoratosi del sound britannico, e da un presunto flirt con Adele (si, quella di Skyfall): una serie di convergenze astrali che avranno evidentemente attirato l’attenzione di chi pensa alla musica come a una commodity.
Per fortuna un momento che è durato poco, non riuscendo nell’empia impresa di snaturare un sound che nasce e muore sporco. Grime sta letteralmente per “sporcizia” (“sudiciume” per chi vuole andarci giù pesante), un nome programmatico pensato per suggerire un MCing storto, cavernoso, a tratti schizofrenico, e delle produzioni grasse, sudicie e tetaniche, direttamente mutuate dalla UK-2step-rave-bass culture. Aspetti che ritroviamo nelle liriche cavernose di Magugu (che ci portano a Milano Sonic Yolk e Artetetra), speleologiche a livello di un Flowdan, quasi di uno Spaceape per intenderci.
Nelle produzioni che accompagnano il suo ultimo Voice of Versatility, disco che – nomen omen – si fa forte di un eclettismo trascinante, Magugu spazia spaziando agevolmente fra tappeti sonori ragga, breakcore e 2step, degni del più deliziosamente marcio sottoscala dell’East End. Un sonoro dito medio a Drake insomma, sempre dovuto.
Ad aprire il suo concerto, il maverick rapper di casa Clam, Voronhil, tra voci processate, mumble e lingue indecifrabili. Inizio da orario aperitivo con le selezioni quirky e scalda-spiriti di Honey Jazz. Ultima serata da Combo per questa stagione primaverile targata Artetetra, don’t sleep on this.
Scritto da Andrea Pagano