Il frutteto di Cascina Cappuccina è il luogo ideale per accogliere la Gitania al completo di Tropicantesimo.
Qui atterrano con il loro suono, la festa, i colori dei fiori e della foresta tropicale e la loro “visione onirica di giardini contro natura”.
In 10 e più per una maratona di ballo sul Beatullo Soundsystem.
Lola, Hugo, Simona, Egeeno, Gabor, Carla, Giulia, Manuel, chiamano a raccolta anche le amiche Dark Mimosa da Lione per un live su cassette, e l’altra metà dei Front de Cadeaux , Dj Athome da Bruxelles.
Un rituale dilatato e incontenibile che prende forma all’aria aperta nel giardino fino a mezzanotte e dopo prosegue in versione indoor, per chi ha voglia di continuare, nella cattedrale e nella mangiatoia della Cascina.
Cascina Cappuccina, a 20 minuti da Lambrate, è un cascinale storico del XVI secolo recentemente ristrutturato che ha convertito i suoi spazi in un vero polo sociale, diventando luogo di integrazione e reinserimento.
Buka ha organizzato un servizio navetta dalla stazione di Lambrate sia per l’andata che per il ritorno; più che per la distanza, per offrire un servizio che poi faccia godere della festa senza il pensiero di mettersi in tangenziale a fine festa. [ Prenotazioni qui ]
Ai controlli del soundsystem:
Tropicantesimo live/dj set
Un po’ spettacolo, un po’ festa, un po’ maratona di ballo, fino a qulche anno fa non si trovavano molte tracce sulla rete, e quando capitava si presentava così:
“Tropicantesimo porta con sé i colori dei fiori e della foresta tropicale, i sapori della frutta e gli umori della terra arsa dal sole. Ma soprattutto incarna i suoni e i ritmi tribali della fascia equatoriale. Con i suoi esperimenti sonori, installazioni floreali, visioni oniriche di giardini contro natura, è la costruzione naturale di un paradiso artificiale. Tropicantesimo non ha casa, è situato al di là del mondo conosciuto, tra un mitico El Dorado e un fatiscente locale che vende alcolici di sottobanco durante il Proibizionismo.”
Oltre al rituale le uscite su vinile “Tropicantesimo Session”, sintesi iconica dell’incontro tra suoni e mondi distanti, dove prende senso cantare la Bertè sopra la dub techno di No Partial.
Nelle loro sessioni l’impatto sonoro è la battuta lenta e inesorabile di Hugo Sanchez con frammenti qualsiasi, oltre che tropicali, di pop, memorabilia e soul, canti delle lavandaie e riverberi di voci Dub, revival anni ’90 e deliri vari.
Arrivano a Milano in 10, con l’intenzione di occupare lo spazio e il tempo dilatare l’esperienza .
Travolte da un baccanale freak queer, invase da fogliame incontrollato, innescano un rituale che vibra da più di 10 anni al Fanfulla di Roma, in Pescheria e in altri altrove.
Immergiamoci nel ballo e nel suono e, come affermava la contessa Casati che agli inizi del Novecento dava delle grosse feste nel suo palazzo Venier a Venezia,
“É volgare guardare l’orologio mentre si balla
perché non si contano le ore del piacere.”
Scritto da LR