La mia territorialità, a cura di Marco Scotini, raccoglie circa 70 opere – acrilici, ceramiche, metacrilati, installazioni, film d’artista – e ripercorre la ricerca artistica e teorico-progettuale di Ugo La Pietra dal 1966 al 2025.
Abitare è essere ovunque a casa propria: in questa affermazione si concentra il senso della ricerca di Ugo La Pietra, che da sempre indaga il rapporto fra individuo e ambiente. Rapporto che non è mai da intendersi come una semplice traslazione del pubblico nel privato o viceversa. Perché, nell’urbano, La Pietra interviene sempre con una sorta di profanazione dello spazio, capovolgendone i suoi modi d’uso. O meglio, restituendo il senso dell’abitare allo stesso spazio pubblico.
La Pietra si configura come un costruttore di modelli ambientali contingenti, un vero e proprio toolsmaker relazionale, capace di agire alle soglie della società dell’informazione. Fin dagli anni Sessanta, la territorialità in La Pietra si è identificata con l’idea di campo tissurato, vale a dire un modello morfologico inteso come area infinita di possibilità in cui l’oggetto non è dissociabile dal comportamento del soggetto. È il caso delle Strutturazioni tissurali (1966 – 1967) esposte in mostra, oggetti tridimensionali in metacrilato, caratterizzati dal “segno randomico” e solo apparentemente astratte. Nella sua ricerca, il suo intervento non assume la forma di una trasformazione diretta dello spazio fisico – tipica del pensiero architettonico – bensì quella di una contestazione radicale, ma interna, che punta a ridefinire le modalità d’uso degli ambienti e a reimmaginare le pratiche quotidiane.
Proprio con Attrezzature urbane per la collettività (1979), si individua questa istanza di contestazione con cui La Pietra cerca di restituire all’uso comune quanto gli era stato sottratto. Così dissuasori spartitraffico divengono “salotti urbani”, che dimostrano una nuova possibilità di abitare la strada, la piazza, il marciapiede. La stessa riconversione progettuale avviene attraverso fotomontaggi e collage nella serie Interno/Esterno (1977 – 1980), atti al superamento dalla barriera tra spazio pubblico e privato. In mostra, inoltre, la serie Rapporto città/campagna (2000), e ancora La città scorre ai miei piedi (2000), e infine, l’ultima produzione pittorica e ceramica delle serie Architettura/ Natura (2000). La concentrazione pittorica sulla natura portata avanti dalla più recente ricerca Il paesaggio (2024/2025) è un invito a guardare altrove, per ricondurre lo sguardo ad una organicità che abbiamo abbandonato con le attuale catastrofi ambientali e con il dissolversi contemporaneo della civiltà.
Inaugurazione sabato 18 ottobre 2025, ore 19-21
Scritto da LR