Le opere di Reinhard Mucha parlano di solitudine assemblando mobili e interrogando l’architettura: il che dovrebbe portare gli architetti e i designer a interrogarsi sulle proprie retoriche ottimiste, forse. Nella mitica grande mostra aperta a Napoli da Lia Rumma nel lontano giugno 1989, a pochi mesi dalla caduta del muro, Muche espose 16 teche di legno e feltro che incorniciavano foto in bianco a nero di sedie vuote. Erano sedie usate dai visitatori stanchi o dai custodi del museo di Dusseldorf che aveva ospitato una sua mostra alla fine degli anni Settanta.
Schneller Werden Ohne Zeitverlust invece lavora sulla memoria industriale che appartiene tanto all’edificio che ospita la mostra – la faraonica sede milanese della galleria Lia Rumma in via Stilicone, sorta su una fabbrica di valvole – che al suo studio tedesco, pure nato in una vecchia fabbrica.