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sab 17.12 2016

Ongapalooza

Dove

Magazzino sul Po
Murazzi del Po (lato sinistro), 10124 Torino

Quando

sabato 17 dicembre 2016
H 20:00

Quanto

€ 10 con tessera Arci

Dieci anni sono un bel traguardo per un’etichetta indipendente, anche considerando che questi due lustri corrispondono a un periodo storico di radicale mutamento nell’ambito della cosiddetta “industria discografica”. A un certo punto sembrava che le etichette non avessero più senso di esistere, contava solo Internet! Ma a dire il vero – e la storia di Boring Machines ne è concreta testimonianza – ci sono ancora un bel po’ di buoni motivi per cui chi “fa i dischi” ha un ruolo importante: uno su tutti, la visione che c’è dietro la label, che ne delinea il catalogo e che genera un preciso scenario musicale. Come nella migliore tradizione do it yourself, a tenere le fila di Boring Machines c’è il solo Onga, uno che ci mette una grande cura in quello che fa, come qualcosa che è quasi un’arte. Fin dal titolo, le celebrazioni dei dieci anni raccontano anche questo, ma Ongapalooza schiera sul palco del Magazzino sul Po anche le altre facce di questo decennio, i musicisti. Dietro Everest Magma si cela Rella the Woodcutter, che qui mette in secondo piano la chitarra per abbracciare il terreno dei cut up sonori con un profilo lo-fi. La Piramide di Sangue fa gli onori di casa, in una sorta di scambio culturale, dato che per loro BM rappresenta un habitat naturale. Satan Is My Brother fa paura nel nome, ma nei fatti sono quattro facce sorridenti che interpretano il dark jazz prossimo all’immaginario di Lynch. Von Tesla sigla dischi per Onga già dagli inizi – ma con altri progetti – e di recente si è concentrato su dinamiche elettroniche visionarie ma rigorosamente analogiche. OvO sono gli ospiti/special guest, non essendo in catalogo, ma di fatto rappresentano alcune delle caratteristiche dell’etichetta, come approccio e impatto. Ricordatevi di celebrare le feste.

Fabio Battistetti

Per festeggiare Boring Machines in questa ultima edizione del 2016 del festival itinerante Ongapalooza, abbiamo chiesto al capo supremo della label veneta di raccontarci il percorso della sua etichetta attraverso quindici ascolti. Lunga vita a Boring Machines! E buon ascolto

MY DEAR KILLER – “Clinical Shyness”
Ho iniziato così, con questo umore, perché avevo un sacco di cose di cui lamentarmi e My Dear Killer era perfetto per esprimere il sentimento del momento. Queste sue canzoni fragili, intrise di disagio verso le cose del mondo, coperte di feedback di chitarra come rasoiate sul corpo della vittima, mi hanno fatto pensare ai Sonic Youth che cercano di strangolare Nick Drake.

PUNCK – “Piallassa (Red Desert Chronicles)”
L’incontro con Adriano Zanni aka Punck durante il festival Tagofest a Massa ha rappresentato un punto di svolta importante nel percorso di Boring Machines. Punck è allo stesso tempo scuro, malinconico e romantico ed ha una capacita di traghettare i suoni dentro le immagini e viceversa che ho riscontrato in pochi altri. A distanza di anni, dopo un lavoro puramente fotografico che ho fatto con lui, è tornato in forma smagliante a suonare dal vivo per la mia festa dei 10 anni. Punck’s not dead.

FARAVELLIRATTI – live @Muviments
Alla ricerca di nuove geometrie sonore, considerare lo spazio come elemento musicale e utilizzarne le dinamiche per ricavare diversi strati di suono, unendo le parti suonate dal vivo con i propri fantasmi, rigurgitati dal registratore e dal sistema di speaker che viene modificato in tempo reale. Sembra tutto molto complicato, ma si tratta principalmente di essere inguaribili romantici.

LUCIANO MAGGIORE & FRANCESCO BRASINI – live @Nub
True story: una volta accompagnavo in auto il mio capo verso casa, mentre stavo ascoltando il demo che mi avevano inviato questi due, al tempo a me sconosciuti. Mentre la traccia procedeva, nella sua apparente monotonia, il capo mi fa notare che la mia macchina fa dei rumori strani e che farei bene a farla vedere da un meccanico. Quello è stato il momento in cui ho deciso di pubblicare il primo dei due lavori che ho fatto con questa coppia di musicisti.

MAMUTHONES- “Ota Benga” live @Thalassa
La creatura privata di Alessio Gastaldello nel suo post-Jennifer Gentle, con la quale avevo già fatto uscire il disco Sator, improvvisamente si imbizzarrisce, diventa una full band, accende il motorik e si scaglia a tutta velocità verso un tribalismo krauto selvaggio e sanguigno. L’album omonimo diventa un piccolo culto, tanto che poi tempo qualche anno la Perfida Albione se li è portati via.

FABIO ORSI – “Loipe 1 / Wo Ist Behle?”
Quando Fabio Orsi mi ha chiesto di fare un lavoro assieme, non molto tempo dopo il suo trasferimento a Berlino, era già (per me) una piccola star del nuovo mondo che metteva assieme field recording, elettronica e suoni organici. I suoi droni, in solo o con Valerio Cosi, mi avevano accompagnato nelle stagioni precedenti con il loro calore mediterraneo. Per Wo Ist Behle? cambiano le premesse: il freddo berlinese, al posto dell’assolato tavoliere, restituisce l’accecante riverbero della neve e la densità delle brume mattutine, in un disco a dir poco epico.

SATAN IS MY BROTHER
Satana è parsimonioso, si mostra poco in pubblico e produce suoni con cadenze abbastanza lunghe. Ho pubblicato tre dischi per Satan is my Brother, uno ogni quattro anni, uno migliore dell’altro. Continua a stupirmi il fatto che Lynch e Frost non mi abbiano chiesto di acquisire tutta la discografia per il lancio della terza stagione di Twin Peaks l’anno prossimo. Che screanzati.

BEMYDELAY – live @Ongapalooza/Musica Nelle Valli (feat. J.H Guraj)
Con Marcella ci conosciamo da molto tempo prima che si presentasse in solitaria a nome BeMyDelay. Se inizialmente, pur suonando da sola, cercava di riempire l’aria di suono, quasi come una band, nel tempo i suoi pezzi sono diventati sempre più minimali, sempre più classicamente folk libero da vincoli e capace di trasformarsi a seconda che venga presentato in solitaria fino alla full band elettrica. In ogni caso un piacere per l’anima.

HMWWAWCIAWCCW – “Joy and Rebellion”
Questo trio purtroppo è durato lo spazio di un 7”, condiviso con i Father Murphy, ed un album intero. Come molte cose bellissime, la loro durata è destinata ad essere breve, mettiamola così. Qui ci sono il blues catacombale, le invocazioni ai demoni e chissà cos’altro. È quella musica che ti senti suonare dentro alla testa mentre cammini in un’impenetrabile “selva oscura”.

DUCHAMP – live @94Tapes (Venezia)
Federica è una ricercatrice chimica italiana che vive e lavora a Berlino. Suona in settordici gruppi e gestisce una tape label che si chiama Kitchen Leg. È anche curatrice assieme ad Alice di Occulto Fest e di altre serate musicali. Nel tempo libero (pun intended) spacca pure ai fornelli. Ah! Per Boring Machines ha fatto questa cosa qua nel disco Nar. Poi uno dice colpo di fulmine.

VON TESLA – “Natas silenroom”
In un mondo migliore, Von Tesla sarebbe il capo assoluto della musica elettronica. Siccome i mondi migliori non esistono, diciamo che è il capo assoluto secondo me, dopo gli Autechre per carità sia mai! La cura dei suoni, la complessità delle strutture che tengono in piedi i suoi pezzi non sono secondi a nessuno, sempre a parte gli Autechre eh!, dal vivo è letteralmente devastante. In più è un fan delle foto brutte dell’ANSA con le quali ci divertiamo molto, e scusa se è poco.

FATHER MURPHY – live @Magazzino sul Po
Potrei fare una playlist di soli brani dei Father Murphy, sia perché collaboriamo ormai da più di un decennio e ho avuto l’onore di fare uscire diversi titoli loro, sia perché tanto nella prima incarnazione in trio quanto in quella più recente del duo, Rev.Freddie Lee e Chiara Lee sono la cosa più strana, potente ed emozionante che mi sia mai capitato di vedere dal vivo. Cuccatevi dunque un loro live intero.

LA PIRAMIDE DI SANGUE – “Jetem”
Quando si tratta di suonare il ruock, generalmente lascio fare ad altri che lo fanno bene e mi occupo di altro. Poi ci sono i casi come la Piramide di Sangue, con le melodie che richiamano il medio-oriente e una potenza di fuoco pazzesca, e allora lo voglio tutto per me il ruock. La Piramide di Sangue, ovvero come salire sulla Mole e guardare all’orizzonte, verso sud-est. Il Medio Oriente che penetra nelle trame della città e si sparge in mille rivoli psichedelici in un progetto che sa di folklore mediterraneo e té speziati. Musica rilassata che asseconda i ritmi delle dune di sabbia che improvvisamente si increspa e diventa battagliera.

HEROIN IN TAHITI – “Spinalonga” (tribute video)
Gli Heroin in Tahiti sono l’esatto contrario di quello che ci si aspetterebbe dall’hype che li circonda. Non suonano dal vivo, non fanno interviste, insomma, non partecipano alle operazioni come fan tutti.
Se questo all’inizio poteva essere un cruccio come “discografico” (ocio alle doverose virgolette) sono sceso a patti nel tempo con quella che è senz’altro una ottima notizia: la musica di Heroin in Tahiti parla da sola senza tante sovrastrutture e il numero di persone da tutto il mondo che ha cercato, anche in condizioni disperate, di accaparrarsi i loro dischi ne è una testimonianza. Hanno addirittura i fans che fanno i video al posto loro.

AMKLON – live @Noiseberg Berlin
Video freschissimo della scorsa settimana, per presentare uno degli ultimi parti del decimo anno in casa Boring Machines. Il duo viene da Napoli e fa una musica spaziale, ma no per modo di dire, mi sembra davvero di essere nello spazio quando li ascolto. Giusto per ribaltare le sorti di tanti altri casi umani che mi sono portato a casa, questi due il giorno dopo che è uscito il disco erano già on the road per un minitour europeo. Che il Vesuvio ce la mandi buona.
https://www.youtube.com/watch?v=Xwb29XNLaVE

Scritto da Chiara Colli