Il jazz è spesso percepito come un genere inattuale, qualcosa di “passato”, ma in realtà specie negli Stati Uniti la comunicazione tra nuova cultura urbana hip hop (ma anche house e techno) e jazz è sempre stata elevata. Ci si sono scambiate scansioni ritmiche e le più variegate possibilità sonore, ma anche musicisti veri e propri – pensate al successo avuto dal sassofonista Kamasi Washington dopo aver collaborato con Kendrick Lamar e Flying Lotus. Il giovane pianista londinese Yussef Kamaal si inserisce in questa scia di appropriazione di ritmi e linguaggi contemporanei, ma lo fa con la cultura musicale “nera” propria della capitale inglese, al posto di quella più classicamente americana. Il jazz-funk tipico dell’Herbie Hancock anni ‘70 nelle mani del trio di Yussef diventa una scusa per jammare fluidamente su ascolti e ascolti di radio pirata londinesi. Non aspettatevi la semplice replica di un ritmo jungle o dei bassoni grime, piuttosto preparatevi a un groove liquido ed energico che vi trascinerà mente e corpo nelle pulsazioni underground della city.