Mai come negli ultimi tempi il tema della la street art (o, meglio, public art) è stato al centro del dibattito bolognese. Sì, se ne parla un po’ ovunque, ma qui il livello è forse più “avanzato” che nel resto d’Italia. Certamente gli “stacchi” e il “funerale” di Blu hanno dato una bella spinta alla discussione, ma il terreno era già fertile da tempo. Un grosso merito va dato a CHEAP, il festival di street poster art che negli ultimi cinque anni è riuscito a trovare quella “terza via” che va oltre le semplicistiche dicotomie legale/illegale o decoroso/vandalico, riuscendo spesso a mettere d’accordo sia i cittadini che le istituzioni. Come? Puntando sul carattere effimero dello strumento (carta e colla) e attuando una pratica molto poco italiana: quella di valorizzare l’inutilizzato, in questo caso le ex bacheche affissive sparse per la città. Così il paesaggio urbano cambia di continuo e nel frattempo (fors’anche a livello inconscio) la street art diventa un linguaggio accettato e condiviso in grado di raccontare a tutti. Fino ad arrivare, ad esempio, al bellissimo murale di Orticanoodles dedicato alla partigiana Irma Bandiera sulla facciata della scuola elementare Bombicci, il cui pur triste e stupido sfregio ha ancora una volta suscitato una giusta e sana indignazione popolare. Chiaro che c’è ancora tanto da fare e discutere, ma che sia questa la strada giusta?
Ecco, allora, che per la quinta edizione arrivano a Bologna le Guerrilla Girls, storico collettivo di attiviste e femministe statunitensi mascherate da gorilla, che ripercorreranno i propri 32 anni con una street action collettiva l’1 maggio sulle bacheche di via Indipendenza. Humor, parodia e irriverenza dal 1984, quando portarono l’attenzione sul tema dell’assenza, nella storia e nella critica dell’arte, di figure non appartenenti alla sovra-rappresentata cerchia di artisti uomini, bianchi, eterosessuali.
Tutta italiana, invece, la Guerrilla Spam dell’omonimo collettivo toscano che dal 30 aprile al 2 maggio tappezzerà il muro di via della Liberazione utilizzando il proprio stile allegorico ispirato ai pittori fiamminghi come Bosch e i Bruegel per raccontare la Bolognina. Oltre 90 mq in bianco e nero (scelta che si contrappone ai colori sgargianti della pubblicità) che si interrompono solo in un punto: quello del famoso “stacco” de L’uomo col computer di Blu, oggi a Palazzo Pepoli.
Viale Masini nel tratto che cinge l’Autostazione – il luogo rappresentativo di CHEAP per l’alternanza di dimensione muraria e tabelle – toccherà stavolta ad Alberonero (30 aprile – 4 maggio), artista che ama la forma quadrata e le variazioni cromatiche astratte (vedi foto di copertina).
Novità di quest’anno, il muro di viale Pietramellara attorno ai Giardini Fava affidato al giovane greco STMTS (2-4 maggio), noto per i suoi ritratti di bambini legati ai drammi sociali attuali che purtroppo conosciamo bene. STMTS sarà l’unico ad affiggere poster dipinti direttamente a mano e non stampati come negli altri casi, opere uniche donate alla collettività.
Torna poi il canadese Stikki Peaches (4-6 maggio), con le sue figure tratte dalla cultura pop degli anni 80 e 90 che spaziano da Batman a Darth Vader, da Elvis Presley a Mozart, fino ad arrivare a Kate Moss. Una galleria di personaggi in technicolor che compariranno all’interno dei Giardini Margherita, nei pressi dell’ingresso adiacente a via Castiglione, sulle pareti di un’ex centralina elettrica protetta come bene architettonico industriale.
Tutte le restanti tabelle affissive del circuito CHEAP on Board saranno, invece, abitate dalle opere selezionate con la open call, quest’anno a tema “Disorder”.
Si chiude la sera del 6 maggio con una grande festa al TPO con i live di Sequoyah Tiger e Torakiki (autori delle musiche originali nei video di CHEAP) e il 7 maggio al Cappello Rosso, dove dalle 19 sarà visitabile ROOM 107, un’installazione di 19 opere su carta provenienti dall’archivio di poster pervenuti a Cheap attraverso la Open Call 2016.
Scritto da Salvatore Papa