I wall paintings sono da sempre una delle vere ingiustizie del mondo dell’arte: si tratta di colossali figure, create spesso come site specific, una sorta di affreschi moderni la cui vita però dura spesso solo il tempo di una mostra.
Ed è proprio nella loro caducità che risiede il fascino di queste opere e il motivo per cui sono da considerare come un evento imperdibile: sono lavori temporanei, limitati, mortali che spariranno sotto la prima imbiancatura della parete dopo la mostra.
Jan Van Der Ploeg presenterà il wall painting No. 445 ideato apposta per la galleria Renata Fabbri, insieme a una selezione di tele più piccole e una raccolta di disegni su carta.
Il GRIP, un rettangolo dagli angoli smussati presente nella maggior parte delle sue opere, è la forma base, l’unità di misura, il modulo geometrico che viene sdoppiato, ripetuto, riflesso e modificando creando sempre temi nuovi dalle cromie accese.
Affiancato alla mostra ci sarà un evento collaterale da Zaza Ramen, ristorante a via Solferino di Brendan Becht, dove l’artista realizzerà il wall painting No. 444.