Non dimenticherò mai la serata di quel maledettissimo 3 luglio del 1999 a Palestrina (Roma): ero lì sotto il palco ad assistere al live dei Morphine, all’epoca forse la più innovativa ed originale alternative band degli anni 90, mi sono ritrovato insieme ad altri duemila fans a viverne in diretta il dramma umano (il leader Mark Sandman viene stroncato da un infarto durante l’esibizione) ed artistico (la band da lì si sarebbe inesorabilmente sciolta, lasciando un vuoto incolmabile). 17 anni di ricordi e rimpianti alimentati da qualche sparuta esibizione-tributo dei loro elementi superstiti e da qualche pubblicazione postuma fino all’annuncio di un rockumentario (“Journey of Dreams” di Mark Shuman): una ferita ancora troppo sanguinante che i sopravvissuti Dana Colley, Jerome Dupree e Billy Conway stanno cercando di tamponare riproponendo dal vivo il loro repertorio sotto il moniker Vapors of Morphine, accompagnandosi col cantante/bassista Jeremy Lyons. Del resto il dolore è così forte che si può alleviare soltanto con dell’altra Morfina.