Nella teoria giapponese, la contrapposizione tra tatemae, l’apparenza superficiale delle cose, e hon’ne, la realtà, descrive nei comportanti umani i confini tra il formale e il profondo, la superficie e l’intimo. In un’ indagine lunga come la sua opera, Hiroshi Sugimoto ha voluto imprimere nella fotografia l’effetto che la proiezione di un film provoca nello spazio nel quale avviene. Il risultato è un grande bagliore bianco che, se ci nasconde la realtà, il soggetto del film, ci illumina sui luoghi della proiezione, dove l’effetto della messa in scena cambia lo spazio e il tempo. In un viaggio per i teatri italiani, il giapponese ha scelto alcuni grandi film ambientati in Italia e li ha fotografati proiettati nelle platee tra le più storiche e auliche del paese. La serie inedita è esposta tra le stanze della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, che si illumina del bagliore che le fotografie dell’artista provocano nello spazio, come se fosse essa stessa l’ultimo teatro delle Notti Bianche di Sugimoto.