Solo cinquant’anni fa nasceva Kurt Cobain. Fa strano immaginare come sarebbe oggi, magari coi capelli bianchi e la panza, certamente non l’icona che l’equazione Kurt-Courtney-Droga-Successo-Suicidio ha prodotto. E cosa ne sarebbe stato del grunge senza quella fucilata alla testa? Domande inutili, forse. C’era comunque la crisi economica e l’eroina, quel suono sporco (grungy) che prendeva spunto dal punk inglese e che per qualche allineamento astrale caratterizzava in quel determinato momento Seattle e le band raccolte nel catalogo Sub Pop. Un movimento che trovava nei Nirvana la propria punta di diamante e che con la fine dei Nirvana perse slancio. Quando oggi ci ripensiamo, però, oltre a canticchiare le prime note di Come As You Are, ci vengono soprattutto in mente le camicie di flanella e i jeans strappati, lo stile anti-fashion che perdura – più delle canzoni – in molti adolescenti che magari dei Nirvana hanno sì la maglietta, ma nemmeno un disco. La solita storia: tanta moda, poca musica.
Allora come già la biografia della band scritta da Michael Azerrad e qualche buon documentario ci hanno permesso di sbirciare dietro le quinte di Kurt, Chris (Novoselic) e Dave (Grohl) svelandoci dei ragazzi qualsiasi, in quest’occasione le foto del celebre fotografo pubblicitario Michael Lavine esposte da Ono Arte potranno forse aggiungere qualche tassello e raccontarci di più sulla costruzione iconografica di un giovane e debole uomo che voleva solo fare musica ed è finito suo malgrado sotto il treno dell’industria musicale. 50 scatti che oltre a immortalare gli esordi e gli anni d’oro dei Nirvana, ritraggono anche altri personaggi da Kim Gordon a Nick Cave passando per Beastie Boys, Hole e Cramps. Praticamente uno spaccato nineties imperdibile.
La mostra è prodotta in collaborazione con Gas Jeans che per l’occasione realizzerà 2000 t-shirt e felpe con una rielaborazione grafica delle immagini più importanti di Lavine.
SALVATORE PAPA
Scritto da Salvatore Papa