BANGLA

I minimarket notturni

Poche regole: birra fredda, snack chimici e via fino al mattino

Scritto da Martina Di Iorio e Eric Fiorentino il 21 ottobre 2019 Aggiornato il 28 novembre 2019

Ci muoviamo su uno scooter che sembra prendere il volo. Ricordiamo bene quella volta in cui a casa di Franco finirono le birre e con loro l’umore generale del festino. Non siamo a New York, disse il genio dell’ultima ora, qui se c’è da prendere alcol o altro di notte sei fottuto. In parte vero, in parte no, ci siamo comunque resi conto come questo fosse un problema comune, insieme a quello dell’alcolismo ovviamente. Fu quello il momento in cui decidemmo di offrire finalmente un servizio alla comunità di nottambuli che ci sta tanto a cuore. Siamo stati alla ricerca di quelle entità sovrannaturali che prendono il nome di Supermarket dei Bangla. Quelli che non chiudono (o quasi).

Fari nella notte, sentinelle di speranza quando fuori non ce n’è, queste vetrine colorate si confondono con il profilo della città. Dimenticati, a volte relegati ai margini, piccole realtà che ti salvano la vita (e la serata) in punta di piedi. I bangladesi sono una comunità importante a Milano, per la precisione la quarta, e oltre a essere impegnati nel commercio ambulante di gadget, fiori e abbigliamento, li trovate dietro a molte attività commerciali come quelle che vi descriviamo. Piccole botteghe, mondi surreali, scaffali pieni di detersivi, patatine assurde, biscotti, birre e vinelli da arrembaggio. Discreti, taciturni, sorridenti e impacciati con la lingua, abbiamo parlato con questa comunità in giro per Milano.

La maggior parte di questi vive e lavora a nord est, in quella zona che va sotto il nome di Banglatown, un triangolo tra Caiazzo e Centrale, spostandosi fino alle zone di Nolo, Loreto e via Padova. Come Azmeri che vive qui da oltre 10 anni, pensa quasi che siamo degli sbirri quando cerchiamo di capire come funziona il suo lavoro e fino a che ora rimane aperto di notte. Ci prendiamo una birra e ripartiamo verso Zara, Marche, Istria, andando fin verso Certosa e Monte Ceneri, Corvetto, Tibaldi e Navigli: un mondo parallelo, fatto di snack asiatici da fame chimica, rotoli di carta igienica d’emergenza, Peroni fredde e tuberi mai visti.

Sfrecciando di notte sullo scooter abbiamo dato un nome, un volto e un indirizzo a questa altra faccia di Milano. Ci siamo ingozzati di strani prodotti che vengono da non si sa bene dove (ci dicono che il più grande centro di distribuzione è a Pero), bevuti 200 birre e 300 Coca-Cola, preso un casino d’aria ma il risultato è questo: ecco la nostra guida ai bangla aperti la notte.

Contenuto pubblicato su ZeroMilano - 2019-11-01

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