É sempre l’ora di Suntory quando al Park Hyatt sopra Tokyo un esausto Bill Murray e la sposa triste Scarlett Johansson fuggono dalle reciproche oppressioni; nelle stanze dell’Albergo del Delfino una spaventosa irrealtà è più chiara di un sogno; chiunque sia arrivato davanti a Central Park dalla 5th Avenue guarda l’ex Hotel Plaza, dove nel 1966 Truman Capote organizzò il miglior party della storia, pensando al piccolo Kevin smarrito a New York che appena entrato nel grand Hotel chiede indicazioni a Donald Trump.
Gli hotel sono luoghi di transito, che gli abitanti del luogo percepiscono come inaccessibili, nei corridoi e nelle verande l’atmosfera è sospesa, come nella terra di nessuno. Questo albergo, il Grand Hotel Sitea, nel cuore di Torino a due isolati da Piazza San Carlo, tra la chiesa della Madonna nera di via Cavour e via Carlo Alberto, è un pezzo di Novecento torinese. Nelle sue stanze nel corso degli anni Sessanta, ci racconta lo scrittore Bruno Gambarotta alla tavola del Ristorante Carignano bandita con le invenzioni dello chef Fabrizio Tesse, albergavano gli attori che nella storica sede RAI di Torino venivano a girare la storia del costume nazionale. E siccome la notte della città-industria era arida, la veranda e l’american bar erano teatro di grandi feste, alla Truman Capote.
Adesso che Torino è città post industriale, nella primavera della sua crescita turistica, su via Carlo Alberto il Grand Hotel Sitea ha aperto una porta per il Ristorante Carignano dove la stella Michelin Fabrizio Tesse fonde la tradizione piemontese con i suoi personali codici del gusto. Il Gran Hotel si apre così alla città per un nuovo indirizzo della Torino gourmet e le creazioni di Fabrizio Tesse, già secondo di Cannavacciuolo a Villa Crespi, aggiungono una stella alla città del gusto.
Sulla tavola del Carignano, gli elementi della tradizione piemontese, dalla Bagna Cauda alle carni, si fondono con gli ingredienti più diversi, dalle radici al radicchio invecchiato fino alle delicatessen della grande pasticceria, in un’idea di cucina tradizionale rivisitata secondo i canoni contemporanei. In primavera, quando in città cucineranno anche Cannavacciuolo e Ferran Adrià alla Nuvola di Lavazza, Fabrizio Tesse aprirà a un isolato di distanza dal Carignano il suo spin off, il Bistrot di Carlo e Camillo. Sulle tavole di Torino, è tempo di un nuovo Risorgimento.