Negli anni venti fu eretta una chiesa neogotica in via Salvator Rosa, molto amata dal quartiere, ma le ridotte dimensioni costrinsero la curia a erigere nelle vicinanze un’altra chiesa moderna e più capiente, mentre la vecchia venne definitivamente demolita nel 1971, non senza rimorsi, specie per gli abitanti del quartiere. L’incarico fu affidato a Tedeschi. Di particolare impatto è la facciata in cemento armato modellato dalle figure in altorilievo realizzate in opera, da Carlo Ramous, per una superficie di 130 metri quadrati.
Questa sorta di pannello gigantesco è distanziato dalla facciata in muratura della chiesa, ma è unito alla struttura da quattro travi in cemento e dalle falde del tetto.
L’interno, ad aula unica, si presenta anch’esso come l’esterno, rivestito con una muratura in mattoni legata assieme da una fascia in cemento armato che corre lungo tutte le pareti. Il soffitto è formato da sei capriate a losanga mentre la pianta è a croce latina. La luce penetra solo da due vetrate poste alle pareti del transetto; suggestiva la parete completamente vetrata del lato nord (realizzata negli anni Ottanta), che, oltre ad avere un motivo di colore verde, si affaccia sul piccolo giardino dell’oratorio. L’altare è illuminato da una splendida vetrata colorata e dipinta a mano da Lindo Grassi che, illuminata dal sole, crea una bella atmosfera. A sinistra si trova un Crocifisso ligneo e un tabernacolo a destra. Peccato, forse, per la vetrata che dà sul portico, in semplice vetro opaco, che dà più l’idea di un magazzino anziché di una chiesa.
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