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Monumento ai militari caduti nei lager

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Monumento ai militari caduti nei lager Via della Certosa,
Bologna

“Internati Militari Italiani” (IMI) fu il nome ufficiale dato dalle autorità tedesche ai soldati italiani catturati, rastrellati e deportati nei territori del Terzo Reich nei giorni immediatamente successivi alla proclamazione dell’Armistizio di Cassibile (8 settembre 1943). Dopo il disarmo, soldati e ufficiali vennero posti davanti alla scelta di continuare a combattere nelle file dell’esercito tedesco o, in caso contrario, essere inviati in campi di detenzione in Germania. Solo il 10 per cento accettò l’arruolamento. Gli altri vennero considerati “prigionieri di guerra”. In seguito cambiarono status divenendo “internati militari” (per non riconoscere loro le garanzie della Convenzione di Ginevra), ed infine, dall’autunno del 1944 alla fine della guerra, “lavoratori civili”, in modo da essere sottoposti a lavori pesanti senza godere delle tutele della Croce Rossa loro spettanti.
Leone Pancaldi, autore tra gli altri dell’ex GAM, è coinvolto in prima persona nella vicenda di cui l’opera è memoria: dopo aver svolto studi nei campi dell’arte e dell’architettura, prese parte, come soldato, alla Seconda guerra mondiale. Fu fatto prigioniero dai tedeschi quando l’Italia abbandonò l’alleanza con Hitler e fu internato in una serie di campi di concentramento: Oberlangen, Sandbostel, Wietzendorf.
Nei campi di concentramento tedeschi fece conoscenza con diversi artisti e intellettuali. Rientrato a Bologna nell’estate del 1945, Leone Pancaldi riprese a insegnare e a dipingere e si unì agli sforzi per la ricostruzione. Continuò la sua carriera di architetto e pittore fino alla sua morte, nel 1995.

da www.pietredellamemoria.it