Una vecchia cascina del 1870, che negli anni è diventata tante cose. Un’officina in principio, poi un laboratorio, col finire a diventare per tanti anni un luogo dismesso e abbandonato. Milano a quei tempi e soprattutto in quella zona della città era piena campagna, lontana dal centro cittadino e molto popolare. Alle spalle del monumentale, nel silenzio assoluto e nella pace di un luogo che è nato per essere distante da tutto ora sorge LOM Dopolavoro, uno spazio nato dalla rigenerazione urbana della cascina, restituita così a tutti. Dietro LOM Dopolavoro ci sono tante persone che hanno contribuito a renderlo il posto che è oggi: co-owner lo studio d’architetti – Andrea Borri Architetti) anche dietro il restuaro conservativo – e Stefano Aiesi (ex The Botanical Club) che è stato supportato dal team di LOM e da Davide Martelli nello sviluppo del concept food&beverage.

Un luogo di ristoro lontano da tutto e da tutti, un Dopolavoro appunto, nel senso più pieno e bello del termine. Il giardino esterno regala una pausa dalla città e il contatto con una dimensione naturale che spesso manca. Si viene qui dal martedì al sabato dopo le 18 e la domenica tutto il giorno. Si mangia bene da LOM e si bevono ottimi cocktail e vini naturali. La selezione spazia tra diverse referenze, tra vini e spirits, che fanno il giro del territorio in modo da garantire una filiera corta e sostenibile. Come per i distillati, anche i prodotti, soprattutto quelli della Lombardia, arrivano direttamente dai chi li realizza, senza intermediari o passaggi che andrebbero ad impattare sull’ambiente e sulla qualità delle materie prima. I piatti sono realizzati con l’idea di condividerli: occhio di riguardo alla cucina vegetariana e vegana, molto buono il tempeh fritto, e il sando vegano. Ottimi i cocktail (ghiaccio pazzesco) e vini da bere fino al tramonto. LOM incarna un’idea di futuro artigiano in cui produttività, ricerca e sperimentazione si incontrano nel rispetto delle persone e dell’ambiente.