Milano, aiuola di cemento e nostalgia. Poi, d’improvviso, una macchia verde tra le corsie, e dentro ci trovi Luca Loco. O Loko, se hai già bevuto. Un chiosco vero, senza storytelling, che da marzo a ottobre tiene botta tra cavallo crudo, gin tonic e partite a Uno finite male.
Siamo a un passo dalla circonvallazione, quel non-luogo dove il traffico scorre e tu resti. Luca Loco è lì, aperto ogni pomeriggio e sera, con tavolini sparsi, sedie spaiate, gente assortita e un menù che prende sul serio il cibo più del contesto. Hamburger da 6-8 euro, piadine oneste a 5, taglieri e carne di cavallo servita come se fosse la normalità (e lo è, o almeno qui lo è). Il tutto accompagnato da birra, vini al calice e una selezione di gin che non ti aspetti da un chiringuito da aiuola.
Un chiosco vero, senza storytelling, che da marzo a ottobre tiene botta tra cavallo crudo, gin tonic e partite a Uno finite male.
L’atmosfera è rilassata, il servizio diretto, la clientela varia: studenti in pausa, genitori con figli, coppie stanche, amici in cerca di un posto che non chieda troppo. Per chi è stanco dei localini pensati per essere taggati, Luca Loco è una benedizione urbana.