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Nero9

Zero qui: affronta la ciccia.

Categorie Ristoranti
quartiere Brera

Fette di carne frollata di Nero9

Contatti

Nero9 Via Anfiteatro, 9
Milano

Orari

  • lunedi 07:00 PM–11:30 PM
  • martedi 07:00 PM–11:30 PM
  • mercoledi 07:00 PM–11:30 PM
  • giovedi 07:00 PM–11:30 PM
  • venerdi 07:00 AM–12:00 AM
  • sabato 12:30 PM–03:00 PM , 07:00 PM–12:00 AM
  • domenica 07:00 PM–11:30 PM

Si prega di verificare sempre
l'attendibilità delle informazioni fornite.

Cucina

È difficile e faticoso scrivere questo pezzo perché da chi cerca di avere una dieta prevalentemente vegetale, sedersi da Nero9 significa tradire se stessi. Ma a Brera, al civico 9 di via Anfiteatro, la carne chiama forte e la tentazione è irresistibile. Abbandonarsi alla goduria qui è una concessione obbligata. E no, non provate a leggere senza immaginare la salivazione che mi gocciola sui tasti: se trovate refusi, sapete già chi incolpare.

L’ingresso è discreto, elegante, quasi un preludio a ciò che vi aspetta. Donatella Izzo ti accoglie come se fossi ospite di casa sua, Marco Parente ti porta direttamente al cuore del locale: la brace. E non parlo di fuoco qualsiasi: il carbone vegetale usato da Nero9 è essiccato naturalmente, atossico, scelto per esaltare i tagli senza stravolgerne il sapore. La carne non è solo cibo, è materia prima curata fino all’ossessione. Ogni capo, dalla Razza Piemontese Italiana alla Manzetta della Polonia, dall’Angus spagnolo alla Charra autoctona, viene selezionato non per razza, ma per il perfetto equilibrio tra marezzatura e sapore. E poi c’è la frollatura: Dry Aged da 30 a 60 giorni, una pratica che trasforma ogni taglio in un’esperienza di morbidezza e profumi nuovi, che cambiano ad ogni morso.

Si parte dai piccoli piaceri che preannunciano il main event: taglieri di formaggi artigianali, carpacci di manzo affumicato, midollo alla brace, tartare di manzo condite con maestria. Poi arrivano loro: Fiorentina, Costata, Tomahawk. Ogni taglio ha un’identità precisa, ogni osso una promessa di succulenza. Il Dry Aged accentua la profondità del sapore, il carbone esalta l’aroma naturale della carne. Non è una cena, è un’esperienza tattile, olfattiva, visiva: vedi le venature di grasso che si sciolgono, senti il profumo della brace che ti avvolge, e infine assaggi, e capisci che tutto il processo – dalla selezione all’allevamento grass-fed o semi brado, al controllo rigoroso UE – ha senso.

Non mancano i contrappunti: Bigoli cacio e pepe, tagliatelle al tartufo nero, per bilanciare la pienezza dei tagli con osso. E i dolci: tiramisù con crema di marroni e quello che ho provato io: il carpaccio di cioccolato fondente con caramello salato, perché qui anche la chiusura deve essere impeccabile. La carta dei vini, con etichette premiate a livello internazionale, accompagna senza sovrastare, guidando il palato tra aromi e consistenze.

Uscire da Nero9 significa portare con sé il senso di una sconfitta volontaria, ma felice: hai tradito le tue regole, ma hai scoperto il valore della carne trattata con rispetto e passione. Ogni boccone racconta otto anni di lavoro familiare, di attenzione alla materia prima e di amore per la brace. E allora sì: certe godurie meritano di essere vissute almeno una volta, anche se a pagarne le conseguenze sarà la coscienza di un vegetariano occasionale.