Hanno, le sale da tè, un ché di fiabesco: nel varcarne la porta, infatti, si spera sempre di entrare in un mondo fatato, una Narnia degli infusi, un piccolo mondo antico che scalda con tappezzerie colorate, teiere da sogno e caminetti scoppiettanti – veri o concettuali che siano.
Cerchiamo infatti un luogo dove ci si possa fermare un momento, soprattutto a Milano, città dagli impermeabili bagnati sotto una pioggia di gente che corre, per prendere una pausa, e perché no, combattere il drago delle catene, delle caffetterie internazionali, dei posti anonimi.
Il mio castello, rifugio dai mostri quotidiani, è stato Momenteerie. Qui infatti, grazie al sogno delle due proprietarie Erica e Alessandra, è nato un baluardo del tè, degli infusi, delle tisane e della cucina intelligente e delicata. E proprio come nelle fiabe, il locale di via Carducci 38 mi ha accolto con una grande scala luminosa, quasi principesca, che conduce a un piano superiore pieno di leccornie e delicatezze: un’ascensione fisica e culinaria.
Hanno, le sale da tè, un ché di fiabesco: nel varcarne la porta, infatti, si spera sempre di entrare in un mondo fatato, una Narnia degli infusi.
Quasi fossi cascato tra i paragrafi dei Fratelli Grimm, tutto nella sala da tè di Erica e Alessandra — dai colori antichi dei muri alle alzatine con i deliziosi e unici dolci della cuoca Rita Strati — raccontava una storia di benessere e passione.
E il rispetto per questa bevanda antica e cerimoniosa si percepisce nelle parole di Riccardo Colosi, Prime Tea Sommelier del locale, che mi accompagna nella degustazione come un narratore gentile, pronto a svelare, tazza dopo tazza, la magia nascosta nell’infuso.
A volte ci dimentichiamo di quanto possano far bene una parola gentile, un sorriso presente, una tazza di tè: piccoli gesti che servono per starci un po’ dentro in questo pazzo mondo.
Uscito da Momenteerie, ero così pieno di fascinazioni favolose che, per un attimo, ho scambiato il tram dell’ATM per un calesse. Era giallo, in fondo, proprio come la zucca della favola di Cenerentola.
di Lorenzo Cibrario






