Ci sono cene che si vivono in silenzio, come una messa. Sushi Matsu Omakase è una di quelle. Dodici posti in tutto, un bancone di legno chiaro e tre chef giapponesi che ti guardano come se ogni tuo boccone fosse un test di concentrazione. Porta Venezia fuori, Tokyo dentro. Nessun menù, nessuna scelta: ti siedi e ti affidi. Omakase, appunto — “mi fido di te”, nel senso più letterale del termine.
La squadra è tutta giapponese: Taka Matsu, Hirohiko Shimizu e Daigo Wakui, maestri di un rigore che qui diventa arte. Ogni sera un menu diverso, costruito su ciò che arriva fresco dai mercati, lavorato con gesti che sembrano coreografie. Ogni nigiri è una micro scultura: il pesce tagliato al millimetro, il riso tiepido, il tocco preciso del wasabi. Ti dicono che va mangiato subito, “nel momento perfetto”, e quando lo fai capisci che hanno ragione.
Lusso, calma e voluttà era il titolo di un famoso quadro di Henri Matisse: forse mi sento così, scomposto da un divisionismo spirituale, inebriato dal sakè e da bocconi che paiono gioielli.
Non c’è musica, non c’è fretta. Solo il suono dei coltelli e del ghiaccio nell’Himuro, il frigorifero naturale in legno di cipresso che conserva il pesce come si faceva un tempo, senza elettricità. L’ambiente è essenziale, bellissimo nella sua calma: legni chiari, pareti rosa ciliegio, luce morbida, calligrafie che ricordano che ogni incontro — come ogni cena — è irripetibile.
A pranzo si parte da 80 euro, a cena da 160. Prezzi che segnano la differenza tra un ristorante e un’esperienza. Perché qui non stai solo mangiando sushi: stai assistendo a un rito, dove ogni passaggio è gesto e ogni gesto ha peso.
Sushi Matsu è un posto che si vive, con rispetto e curiosità. Milano non aveva ancora un omakase così puro — ora ce l’ha. Lo chef Hirohiko Shimizu mi tratta come fossi a casa sua, e io quasi dimentico di trovarmi a Milano e non a Shibuya. Lusso, calma e voluttà era il titolo di un famoso quadro di Henri Matisse: forse mi sento così, scomposto da un divisionismo spirituale, inebriato dal sakè e da bocconi che paiono gioielli. Roba da gente che vuole cibo da assaporare a occhi chiusi. Se siete di questa scuola, avete trovato il vostro posto.






