Che entrino ora, gli elefanti! Le tigri, i leoni, la donna cannone!
Impressionanti, pericolosissimi numeri da circo; il tendone si agita all’arrivo del pubblico sgomitante. Superata la soglia, la struttura si rivela agli occhi degli spettatori.
La platea, seduta, contempla una distesa equivalente a 52 campi da tennis, corridori entusiasti si lanciano in una maratona lunga due volte il Colosseo, spericolati piloti percorrono gli impianti elettrici arrivando ad Aosta e tornando indietro, abili vetrai veneziani impilano le finestre e costruiscono 20 Tour Eiffel a grandezza naturale, centinaia di campioni di pesi massimi tentano invano di sollevare acciai e carpenterie, non forse preparati a spostare a corpo libero ben due stazioni spaziali.
Sotto un tendone poco circense, l’edificio dell’Ottocento torinese conserva intatto, oltre alle mattonelle, lo spirito del tempo.
Dopo mille giorni di cantiere la cattedrale dai grandi numeri delle Officine Grandi Riparazioni li esibisce tutti in un’anteprima straordinaria, prima di sollevare il tendone del sipario e aprirsi il 30 Settembre alla città, e al mondo.
Mille giorni e cento mila euro di posti di lavoro, volano per l’economia locale e motore per lo sviluppo a breve e lungo termine: ferita da Spina 2, un’abile e attenta cucitura restituirà con energia il passato e il futuro di arte, tecnologia e enogastronomia. I primi punti sono stati messi ai 9.000 metri quadri delle Officine Nord, dove danza, musica, mostre, teatro e realtà virtuale creano nuovi tessuti. Binari, Sala Fucine e Duomo non ospiteranno più i treni riparati bensì idee rigenerate. Un filo che salta da destra a sinistra, da memoria a contemporaneità; un filo a minimo impatto, reversibile e soprattutto riconoscibile prosegue lungo il fabbricato a H per arrivare alle Officine Sud, o l’innovation hub che ospiterà in ambienti vetrati Politecnico di Torino, Isi Foundation, Ambasciata degli Stati Uniti e Dipartimento di Stato americano. Da officine, le OGR diventeranno una grande casa vetrata lunga 200 metri, pronta ad accogliere start-up e soprattutto i giovani che, fuggiti all’estero, rientrano in patria armati di sapere. A tracciare i ponti tra questi due teatri il transetto, o lo “Snodo”, unirà scienziati, artisti e pubblico attorno a un tavolo di lunghezza record (25 metri) chiamato appunto “social table”. Area lounge, cocktail bar e due ristoranti very fancy saranno luogo di aggregazione aperto 7 giorni su 7, arricchito dalla presenza dell’opera d’arte “Track” di Arturo Herrera.
“È giunto quindi il momento di trasformare il Moulin Rouge…in un teatro!”
Alcuni spettatori fuori, un po’ incerti e titubanti, si avvicineranno all’imponente struttura per aprire il regalo, fatto a loro dalla città, di due piazze pubbliche: la Corte Est, con Procession of Reparationists, opera site-specific donata a Torino dall’artista di fama mondiale William Kentridge, e la Corte Ovest, pensata per eventi, spettacoli e molto altro.
Il 30 settembre 2017 Torino ha fatto un passo verso i suoi abitanti e verso la scena internazionale. Spettatori, piloti, corridori, palestrati, artisti, vetrai, scienziati, buongustai: le porte si spalancano, le locomotive iniziano a sbuffare.