A Novara il Milano-Torino è obbligatorio, perché siamo proprio sulla strada, perché siamo sempre indecisi se esser milanesi o piemontesi, perché qui Gaspare Campari aprì il Caffè dell’Amicizia, la sua prima bottega. Il migliore in città lo bevo al bistrot di Antonino Cannavacciuolo, nel Teatro Coccia di Novara, il luogo dove esordì Guido Cantelli. Era anche lui in viaggio, per un luogo dove non arrivò mai, ma quel giorno a Orly il sogno si spezzò lasciandoci per sempre il dubbio se il discepolo di Toscanini sarebbe diventato per davvero il più grande direttore del dopoguerra.
Lo sorseggio spesso al bancone, prima di un concerto o di una cena con amici, è servito in tumbler basso, mescolato con Campari e Punt e Mes, con fettina di arancia e cubetti di ghiaccio. Per chi vuole stupirsi, anche in versione speciale, con Carpano Antica Formula e Bitter Gran Classico. Nessuna innovazione ma una certa perfezione, è il Milano-Torino più novarese che esista.
Corrado Beldì