Se vi dicessi che a Milano, in pieno centro, c’è un posto con le pareti fatte di ossa, mi credereste? Probabilmente mi prendereste per una visionaria, capace di trovare del dark dove non c’è. E invece San Bernardino alle Ossa esiste davvero. Si trova vicino all’Università degli Studi di Milano – la sede centrale, quella in via Larga – e si nasconde in una piazza che affascina per una chiesa alta e imponente, la Basilica di Santo Stefano Maggiore.
No, non camminate dritto. Guardate a sinistra. Proprio lì, dove una porta di legno si apre per dare accesso al Santuario di San Bernardino alle Ossa. Tenete il fiato sospeso mentre entrate e percepitelo tutto, il brivido di freddo. Resti umani, teschi, femori sono disposti sulle quattro pareti della piccolissima stanza collegata alla chiesa e costruita nel 1268 dalla Confraternita dei Disciplini.
I crani senza occhi sembrano osservare i passi dei fedeli e dei curiosi in visita. Molti sono sparsi, altri sono organizzati in inquietanti croci dalle forme più disparate, ma quello che conta è tenere presente che questa chiesa racconta un pezzo di storia di Milano. Di chi siano quelle ossa resta un mistero. C’è chi dice che appartengano ai cristiani martiri al tempo degli eretici di Sant’Ambrogio, altri sostengono che siano i resti dei carcerati morti nelle prigioni dopo il 1622. In fondo non mi interessa svelare un mistero. Mi importa solo che andiate nell’angolo più oscuro di Milano.
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Santuario di San Bernardino alle Ossa
Zero qui: si stupisce