Struggere per ricostruire: è il motto del nuovo Triste Film Festival in scena il 4 e 5 marzo al Centro Sociale della Pace in via del Pratello 53. Un inno all’empatia e alla partecipazione emotiva per chi grazie alle storie tristi riesce a dare un nome al proprio male di vivere o connettersi a chi è nella propria stessa situazione e sfanculare i continui richiami alla resilienza.
L’ispirazione dell’associazione Triste Film è nata da una battuta presente ne La terza generazione di R.W. Fassbinder: “Finché i film sono deprimenti le nostre vite possono non esserlo.” Una sorta di schadenfreude (il godimento delle disgrazie altrui) regalataci da alcune pellicole nelle quali le tragicità messe in scena sono tali da riuscire a stemperare le nostre.
Il programma, presentato il 14 febbraio scorso durante l’evento dal titolo significativo Sad Valentino, ruota attorno a due sezioni principali: “Peggiori amici” sulle crepe che percorrono anche le più solide amicizie e “Sad Saddles – Selle tristi” dove il western fa solo da sfondo a storie di grande emotività.
Si va, quindi, da My Own Private Idaho di Gus Van Sant alla delicata stop motion di Adam Elliot, Mary and Max, passando dal selvaggio Oregon di First Cow di Kelly Reichardt al capolavoro di John Huston The Misfits. Completa il cartellone la sonorizzazione realizzata da Emrays di di The Man Who Laughs, il muto di Paul Leni che alcuni decenni più tardi ispirerà la figura del Joker nei fumetti di Batman.
Tutte le proiezioni saranno presentate in versione originale con sottotitoli in italiano.
QUI IL CALENDARIO
Sabato 4 marzo
Ore 16:15 – My Own Private Idaho (Gus Van Sant, 1991)
Ore 18:30 – First Cow (Kelly Reichardt, 2019)
Ore 21:20 – The Man Who Laughs (Paul Leni, 1928)
Domenica 5 marzo
Ore 16:00 – Mary and Max (Adam Elliot, 2009)
Ore 18:30 – The Misfits (John Huston, 1961)