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ArtRockMuseum: i dischi preferiti di Maria Antonietta

La cantautrice, ospite della rassegna musicale a Palazzo Pepoli, ci ha raccontato i dischi che ne hanno segnato lo stile.

Scritto da La Redazione il 3 aprile 2019

Foto di Luca Zizioli

Maria Antonietta, al secolo Letizia Cesarini, è la protagonista della quinta serata di ArtRockMuseum, la rassegna musicale ideata e condotta da Pierfrancesco Pacoda e prodotta da Genus Bononiae. Musei nella città. La cantante marchigiana si esibirà giovedì 4 aprile nella Corte di Palazzo Pepoli. Museo della storia di Bologna (via Castiglione, 8) a partire dalle 19.30, intervallando alla conversazione con Pierfrancesco Pacoda l’esecuzione live dei brani – appositamente arrangiati per l’occasione: l’ingresso è, come sempre, gratuito.
Un’esibizione che arriva ad un anno dall’uscita del suo ultimo album, Deluderti, e a poche settimane dal suo esordio letterario: è fresco di stampa infatti per Rizzoli “Sette ragazze imperdonabili”, omaggio alle sue sorelle maggiori. Un libro di poesie, racconti e collages costruito come un libro d’ore medievale, che sarà disponibile al bookshop di Palazzo Pepoli assieme ai suoi dischi.
Per arrivare preparati ci siamo fatti raccontare una playlist di dischi che ne hanno segnato lo stile. Godetevela.


Bikini Kill The first two records
Alcune delle canzoni di questo disco sono la ragione per la quale ho deciso di voler fare musica. La freschezza dell’urgenza di dire le cose, la spavalderia delle ragazze, la totale noncuranza del come, a favore del cosa. Una folgorazione per me.

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Lana Del Rey Born to die
Sono stata stesa dalla super eleganza, dalle melodie eterne dello space age che finisicono dritte nel futuro. Lana è la capacità e l’intelligenza di coniugare forma e sostanza.

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Patti SmithHorses
La madrina che mi ha introdotta alla figura di Rimbaud. La sua poesia + rockn’roll era esattamente tutto quello di cui avevo bisogno, per infiammarmi, da adolescente.

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David BowieHunky Dory
Disco fuori dal tempo, ennesima prova di eleganza nello schivare le aspettative, nello scartare il cliché, nel disattendere ciò che tutti, come sempre, si aspettano da te. Maestro.

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The SmithsThe Queen is dead
Morrissey e Marr sono la coppia più bella del mondo. Ironia tagliente, sorriso amaro, romanticismo aspro. Uno sguardo verso il mondo: è tutto qui?

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Bob Marley and the WailersCatch a fire
Canzoni dall’eternità che assomigliano a sassi su cui costruire tutto quello che vuoi. Una vampata di verità, verità, verità. Ciò che si dice e che si fa, è importante.

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Lauryn HillThe Miseducation of Lauryn Hill
Capolavoro assoluto di scrittura, produzione, arrangiamento. Uno schiaffo tirato in faccia al momento giusto, con un’alzata di spalle subito dopo.

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Lesley GoreLesley Gore sings of mixed-up hearts
Femminista prima del femminismo, voce totale, carattere totale, una vera outsider. Canzoni come “You don’t own me” hanno fatto la storia e l’hanno cambiata.

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Joni MitchellBlue
Totale libertà di essere e scrivere, l’eleganza della bravura senza sforzo. Una creatura aliena totalmente trasparente, capace di essere quello che fa e di fare quello che è. Destabilizzante.

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The BeatlesRubber Soul
Pluridimensionalità. Melodie e armonie da svenimento. Infiniti livelli di accessibilità. Questo è il manuale di scrittura del pop! Bellezza strabordante, intelligenza incontenibile.