È stato presentato oggi il nuovo Distretto del Ravone, progetto di rigenerazione degli 11 ettari che si trovano nell’Ex Scalo Ravone, lì dove ora c’è DumBO per capirci. A fine marzo, il Comune di Bologna è, infatti, formalmente entrato in possesso dell’area che apparteneva al Gruppo FS, dopo una pronuncia positiva del Tar sull’esproprio, per attuare l’intervento previsto dai Piani Urbani Integrati.
Il piano del Comune riguarda un investimento da 57 milioni di euro con fondi del PNRR che consentiranno di conservare e recuperare gli edifici industriali esistenti, destinando alcuni spazi ad usi pubblici e culturali – come avviene già per DumBO – e favorendo così l’insediamento di nuove abitazioni e in particolare di edilizia sociale, che si differenzia dall’edilizia pubblica perché non è rivolta ai ceti più fragili ma alla cosiddetta “fascia grigia” che non è abbastanza povera per ottenere una casa pubblica, ma non riesce nemmeno a trovare una casa a prezzi di mercato. Edilizia, quindi, a gestione privata con canoni che però, in parte, dovrebbero essere calmierati rispetto a quelli di mercato, almeno per un determinato periodo di tempo; una tipologia che negli ultimi anni ha avuto una grande espansione in Italia, essendo in parte finanziata dal pubblico.
L’ex scalo Ravone è, infatti, una delle aree che rientrano nel Piano per l’abitare, indicato lì come “distretto dell’innovazione e dell’economia collaborativa”. Citiamo: “9.000 mq di superficie per circa 130 alloggi. Metà dei quali verrà realizzato direttamente dal Comune, con un investimento previsto di 11 milioni di euro. L’altra metà verrà realizzata tramite un bando rivolto agli operatori del mercato”.
“Sono 11 ettari riconquistati dai cittadini di Bologna – ha spiegato il Sindaco di Bologna, Matteo Lepore. Grazie a fondi Pnrr, l’80% di quest’area, che ora è coperta dal cemento, sarà dedicata a parco e verde e l’altra parte per le attività culturali, le iniziative per le imprese che si insedieranno e gli insediamenti abitativi di carattere sociale e inclusivo. Oggi abbiamo le chiavi ed entro il 2026 dobbiamo realizzare tutti gli investimenti del PNRR. Ricongiungeremo due pezzi di quartiere, Porto e Saragozza che sono stati isolati” .
I lavori dovrebbero già partire dopo l’estate.