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Blockbuster Milano Edition: lo staff del Beltrade

I consigli dei ragazzi del cinema di via Oxilia per una cinedemìa d’essai

Scritto da Giada Biaggi il 11 aprile 2020
Aggiornato il 7 aprile 2020

Cinedemìa; questo è, a mio avviso, uno dei più bei neologismi partoriti da questa terra gravida di Virus. E ovviamente non c’è che d’approfittarne. Per celebrare l’esistenza di questa neonata malattia culturale che si combatte a suon di hashtag, noi di ZERO abbiamo deciso come nel migliore dei talk show politici di dare la parola agli esperti – che in questo caso sono i direttori artistici delle più importanti istituzioni milanesi in ambito cinematografico.
Per il quarto appuntamento milanese della nostra rubrica abbiamo incontrato i ragazzi del Cinema Beltrade; un cinema che si è sempre distinto nello scenario della cultura meneghina per la sua vocazione “all’immagine (davvero) indipendente”. Io porto ancora nel cuore il capodanno 2019, che spesi nella mitica sala purpurea del Beltrade a vedere Jules et Jim di Trouffat e a socializzare con sconosciuti di ogni età. Una volta mi ricordo che dopo aver visto un film ho fumato una sigaretta con Benedetta Barzini; sono esperienze che non si dimenticano.
A loro non abbiamo solo chiesto una lista dei loro #mustwatch di questi giorni claustrofobici, ma anche come abbiano deciso di comportarsi in questo momento difficile per preservare la propria militanza ideologica nei confronti dell’immagine in movimento.

La top 5 da quarantena

Ecco cinque film (che poi in realtà sono sette) scelti per voi da altrettante piattaforme Video On Demand che alcune sale indipendenti, come la nostra, sparse per l’Italia hanno deciso di mettere in piedi per affrontare questo momento di blocco e per accompagnare durante la quarantena il proprio pubblico, come se non ci fossimo mai salutati. Il tutto cercando di salvaguardare la filiera dell’industria cinematografica, dal produttore e regista, passando per il distributore e l’esercente.

1) Cinema Beltrade, Milano – Il Beltrade sul sofà – cinemabeltrade.net

Gesù è morto per i peccati degli altri (Maria Arena) – Visto che di uscire di casa in questo momento non se ne parla, ecco per voi una visita guidata, vivace e sofferta, nel cuore di Catania e del suo quartiere a luci rosse di San Berillo: dove voci, corpi e storie si inseguono e raccontano con spontaneità e sentimento.

Arrugas (Ignacio Ferreras) – Un’animazione semplice e pregiata per una storia umile e profondamente umana di due amici che si ritrovano pazienti in una casa di riposo per anziani. Uno sguardo inedito per scoprire con occhi nuovi un mondo ora dolorosamente al centro delle cronache.

Arrugas

2) Nuovo Eden, Brescia – L’Eden sul salotto – nuovoeden.it

Le grand bal (Laetita Carton) – Ogni anno nelle campagne francesi ballerini di tutto il mondo si ritrovano per una settimana di danze, risate e abbracci: eccone un reportage che diventa una salutare iniezione di energia e vitalità. Iniziate a prepararvi per le danze di domani.

3) Odeon, Vicenza – Dalla sala al salotto – odeonline.it

9 Doigts (F.J. Ossang) – Se pensi di aver visto tutto sullo schermo, prova questo: un racconto tra metafora e allucinazione a bordo di una nave, in cui echi noir e fiumi di parole danno vita a un complesso labirinto. Un’opera molto ermetica ma affascinante: accetti la sfida?

4) Postmodernissimo e cinema Metropolis, Perugia e Umbertide – Di/Stanza – postmodernissimo.com

Qui (Daniele Gaglianone) – In un momento di reclusione forzata, il cinema deve spalancare i confini dell’immaginazione ma anche tenere desta la nostra coscienza sociale e politica. Ecco allora un ritratto avvicinato, fatto di dialoghi e silenzi, sugli attivisti No-Tav della Val Susa: dove il racconto incontra la testimonianza, senza retorica e con molta passione.

A mosca cieca (Romano Scavolini) – Romano Scavolini è un regista italiano purtroppo dimenticato, e questa è l’occasione giusta per riscoprirlo: una pistola trovata per caso, un colpo sparato per istinto, la forza dirompente di un gesto che diventa simbolo di un’epoca e delle sue contraddizioni.

A mosca cieca

5) Visionario, Cinemazero, la Cineteca del Friuli e Tucker Film, Udine, Pordenone – AdessoCinema – visionario.movie

Too much Johnson (Orson Welles) – Orson Welles lo conosciamo tutti, ma quanti di noi hanno visto il suo primissimo film? L’unica copia rimasta è stata ritrovata perfettamente intatta dopo mezzo secolo nel magazzino del Cinemazero di Pordenone. Eccoti una scorribanda nel regno del comico e dell’assurdo che ha tenuto a battesimo uno dei più grandi registi della storia del cinema.

Too much Johnson

Cosa state facendo – cosa farete? Insomma; chi siamo, dove andiamo, cosa guarderemo? Ma anche, dove guardarete?

Ci siamo rimboccati le maniche e ci siamo confrontati con una realtà prima a noi sconosciuta e distante come le piattaforme VOD: ogni settimana su Il Beltrade sul sofà carichiamo film nuovi, già programmati in sala, con cui tenere compagnia ai nostri spettatori e proporre loro storie e visioni che ci sembrano belle e meritevoli di essere condivise. Lo facciamo pensando che in un momento come questo sia importante che tutti abbiano accesso all’arte e al cinema, ciascuno con le risorse a propria disposizione: per questo si può decidere di pagare un biglietto pieno e sostenerci, oppure usufruire dei codici sconto e pagare quello che si può.
Cerchiamo anche di tenere attivi i nostri canali social condividendo piccole chicche dal web: cortometraggi, frammenti di videoarte. Per questo abbiamo aperto anche una nuova pagina Facebook, Il cinema è di chi lo guarda. Ci siamo anche invaghiti delle dirette streaming! Quasi come in sala (non sarà mai la stessa cosa!), ogni giorno invitiamo registi, distributori o critici sul nostro sofà a fare due chiacchiere con noi e con chi si vuole unire, per riflettere sull’oggi e guardare al domani.
Cosa faremo quando riapriremo? A febbraio in atrio abbiamo messo le locandine di alcuni film che aspettano ancora di essere proiettati. Ci piacerebbe ripartire proprio da quelli.

La perversione cinefila che non vedete l’ora di realizzare?

Sappiamo che quando riapriremo ci sarà come sempre lo spettatore che, quatto quatto, cerca di entrare in sala a film ancora non finito. Andare a ripescarlo dentro sarà il segno che le cose son tornate come prima, e sarà molto bello.