Torna in città il Book Pride, la fiera nazionale dell’editoria indipendente italiana che segna il calendario degli eventi della capitale meneghina. Anche quest’anno al Superstudio Maxi – è Barona baby – dal 10 al 12 marzo 2023.
Quella in arrivo si prospetta come un’edizione in cui ci si perde nel risveglio muscolare dell’affermazione del titolo: nessun luogo è lontano. Dopo anni in cui ogni nostro movimento è stato tradotto, cambiato, ridimensionato e tutto era qualcosa a cui “un giorno” saremmo tornati, il Book Pride ha deciso di correre in avanti e ripartire dalla matrioska che la parola “luogo” inventa ogni volta che si poggia sulle labbra di qualcuno.
La cartografia che vuole disegnare questa edizione è un movimento pluridimensionale, in cui prende sostanza a prescindere dalla sua origine o direzione, la fiera libraria diventa l’osservatorio da cui guardare i nostri luoghi. Il punto di vista emerge quindi come aspetto fondamentale e da questo si fanno spazio le quattro prospettive da cui il Book Pride 2023 vuole essere esplorato: quattro percorsi che segnano i punti cardinali della bussola editoriale che la fiera ha deciso di raccontare. Un passo alla volta, guardiamoli tutti.
Abbiamo le Mappe che, a differenza degli altri tre, è un percorso che non ha direzione ma è una chiamata al superamento dei canoni in cui vengono abitualmente perimetrati i nostri passi. Un invito all’analisi, a prendersi del tempo, a esplorare nuove strade per decodificare il labirinto in cui viviamo che si risolve non tanto in un percorso prestabilito, quanto nella predestinazione all’incertezza, da cui si aprono inevitabilmente prospettive ampie. In questo nord della sezione mappe, l’orgoglio librario punta a illuminare più che direzionare: questo infatti è lo spazio per le collane editoriali e le case editrici appena nate, le nuove voci del panorama italiano e gli esordienti, le figure apicali della letteratura, quelle lasciate molto spesso ai margini.
Poi i Rifugi, le periferie dei nostri sguardi, una parola che nel corso degli anni si accosta sempre più a sensazioni negative, l’esito di una fuga o la condanna di una sentenza. Non più l’ormeggio, non più dedica di una lunga storia d’amore, ma la stasi dopo una lunga tempesta. È una sezione che fa da rappresentanza ai luoghi lontani, emotivamente e soprattutto culturalmente, quei luoghi meno osservati, citati qua e là agli angoli di qualche pagina di storia: le carceri, i centri di accoglienza per i migranti, le associazioni contro la violenza di genere, gli ospedali e le fabbriche.
un risveglio dei sensi guidato solo dalla curiosità.
E poi ancora, quasi a voler ripartire, di causa in effetto, abbiamo le Fughe: movimento direzionato agli antipodi dei rifugi perché non c’è accoglienza in questa parola ma il manifestarsi di tutto ciò che il ripudio plasma in movimento di sottrazione – sottrarsi alle precauzioni, alle mancanze. Andare via, una scelta autoimposta per salvare qualche sogno, perché c’è una guerra, o una crisi economica, o molto spesso per una società che non ha abbastanza fari. È qui che si parlerà di letteratura di guerra, geopolitica, e avranno voce scrittrici e scrittori in esilio e chi si è trovato a usare altre lingue per vivere e lavorare.
Ma, nonostante tutto, ci concediamo un buon finale: Visioni. Nulla di distopico o apocalittico, ma la realtà immediata del tempo futuro, quel lontano sensoriale, che ci permette di alzare lo sguardo e imporre lungimiranza alle nostre speranze. Visioni è un movimento direzionato precisamente verso l’alto, ispirato da immagini spaziali e predizioni realistiche sui luoghi che abiteremo, per un dialogo sulla volontà di guardare lontano, necessità di cui si fanno portavoce scrittori, scienziati, divulgatori, educatori e politici, portavoce di un movimento di autocoscienza e consapevolezza, antidoti questi per il veleno dell’indifferenza.
Si parlava all’inizio di risveglio muscolare, ed è questo il più bel movimento che ci regala la lettura, un risveglio dei sensi guidato solo dalla curiosità. Insomma, nessun luogo è lontano, neanche il Superstudio Maxi. La bussola ora l’avete, sta a voi scegliere la direzione, nel dubbio – consiglio spassionato, fate spazio sugli scaffali.